Appennino: non si pagherebbero tasse sino a 19.600 euro annui. La proposta sulle zona franche.

Non si pagherebbero tasse sino a  19.600 euro di reddito annuo. L’opportunità sarebbe riservata a chi ha microimprese nelle zone di montagna. In parole povere, queste imprese, potrebbero pagare fino a 4500 euro annui in meno, di tasse. Un bel aiuto per imprese che spesso a 19600 euro annui di reddito non arrivano nemmeno. Gli imprenditori potrebbero quindi avere in tasca sino a 375 euro in più al mese.

Questa è la proposta di Beppe Conti ex Sindaco di Bardi  e Vice Presidente della Provincia di Parma, molto attivo e sensibile alle problematiche di chi vive nei territori montani.

Una proposta che potrebbe sembra troppo grande per un territorio per nulla rappresentato politicamente, come quello appenninico ed alpino, ma sembra che qualcosa si stia muovendo.

L’idea di Conti prende spunto, da quella già in atto nelle zone franche dei  i comuni del cratere sismico del terremoto dell’Emilia [se volete in fondo all’articolo c’è il link dove è possibile approfondire l’argomento].

zone-franche

Questa soluzione vuole bloccare l’abbandono dei territori montani permettendo alle piccole attività commerciali, che nei territori montani hanno anche una importante funzione sociale, di non chiudere  a causa dell’aumento dei costi (prevalentemente burocratici) e al calo del fatturato. Un altro obiettivo  è quello di  stimolare le giovani famiglie a non abbandonare le case dei loro avi ma anche incentivare l”arrivo di nuovi giovani.

L’arrivo di nuove famiglie,  da alcuni anni  sta dando timidi segnali positivi, grazie alla maggiore importanza che i giovani danno alla qualità della vita. Una qualità della vita  decisamente migliore in appennino. La preoccupazione è però che questi giovani una volta trasferitisi visto il progressivo impoverimento dei servizi, possano decidere di tornare nei loro paese di origine.

ZONE FRANCHE EMILIA

Di seguito la comunicazione in cui si segnala che il governo si sta interessando dell questione

A.C. 65-2284
Ordine del giornO
La Camera,
Premesso che:
l’AC 65-2284 contiene misure e disposizioni finalizzate al sostegno, alla valorizzazione e alla riqualificazione dei comuni con popolazione inferiore o pari a 5 mila abitanti;
le zone franche urbane, istituite con legge 296 del 2006, sono aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese, che hanno come obiettivo quello di favorire lo sviluppo economico sociale di aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale;
in Italia, dal recente e attuale dibattito sulle zone franche urbane sta emergendo sempre di più l’esigenza da parte di numerose amministrazioni di usufruire di forme di fiscalità di vantaggio territoriale per la crescita ed il rilancio di territori non urbani ma non per questo meno bisognosi di interventi;
la complessità dei problemi legati allo spopolamento di campagne e montagne, alla concentrazione dei servizi ai cittadini, alle imprese ed alla trasformazione del mondo agricolo, e nel contempo, le potenzialità di sviluppo proprio dell’Italia, del suo artigianato, della sua tradizione enogastronomica, della sua agricoltura, inducono ad una riflessione sulla sperimentazione, anche in questo ambito, di uno strumento finora destinato solo ai quartieri delle città;
in altre nazioni europee sono state assunte iniziative in tal senso volte a individuare e rivitalizzare zone rurali comprendenti comuni con un basso numero di abitanti, con scarsa popolazione attiva e con vocazione agricola;
al loro interno si prevede l’attuazione di misure fiscali agevolative di varia tipologia, di interventi pubblici a sostegno e in sussidio dell’iniziativa privata per la conservazione delle attività agricole e lo sviluppo di artigianato e agriturismo, con lo scopo di favorire i territori svantaggiati dalla distanza, dalla collocazione geografica e dalla incapacità di attrarre sviluppo;
la Commissione europea ha constatato come la creazione di questi nuovi soggetti non incida sulla concorrenza in maniera sproporzionata, godendo di un regime di esenzioni fiscali;
l’Appennino rappresenta intrinsecamente una condizione di vita difficile per i propri abitanti, per l’orografia accidentata, per i trasporti e le comunicazioni; risulta quindi necessario approfondire le problematiche istituzionali e finanziarie del «sistema montagna» al fine di poter giungere alla definizione degli aspetti di coesione territoriale e quindi di poter sviluppare politiche mirate per i territori montani;
al fine di dare una risposta alle problematiche che penalizzano il territorio delle terre alte, quali la carenza e insufficienza di infrastrutture, il dissesto idrogeologico che interferisce con la viabilità primaria e secondaria, lo spopolamento demografico per la mancanza di occupazione giovanile, l’abbandono delle attività pastorali che hanno generato riforestazione incontrollata di pascoli e terreni, il degrado del patrimonio edilizio rurale nonché la carenza di servizi alle imprese;
impegna il Governo
a valutare, alla luce di quanto sopra espresso, l’opportunità di provvedere all’istituzione di zone franche montane, simili a quelle urbane, nelle zone dell’Appennino emiliano, e ulteriori iniziative finalizzate a garantire agevolazioni e incentivi previdenziali fiscali in grado di attrarre gli investimenti di capitale e sostenere le imprese con benefici per l’occupazione
On. Palmizio Massimo

 

 

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