Facciamo qualcosa di semplice per la montagna (non dando soldi alle aziende di città)? Tutti d’accordo a parte PD e MDP
[di seguito RIPORTIAMO L’OPINIONE DI UN NOSTRO LETTORE, CHE CI SEMBRA INTERESSANTE PER UNA PARTE DEL PARMENSE.]
Proposta per la montagna : NO dal Pd ed MDP. A favore FI, LN, M5S e SI (Sinistra Italiana).
Forse perchè non permetterebbe di far arrivare soldi alle grosse aziende cittadine?
.. le uniche capaci di affrontare la burocrazia che ha ucciso la montagna.
Nei giorni scorsi in regione vi è stata la votazione su una proposta di legge per sostenere i territorio montani,
a favore una vasta alleanza trasversale che ha unito: SINISTRA ITALIANA, LEGA NORD, M5S e FORZA ITALIA.
Unici contrari i rappresentati del PD ed i simpatizzanti di MDP…. divisi su tutto il resto, uniti contro la montagna.?
La votazione riguardava la possibilità di istituire le zone franche montane.
Questo il titolo della proposta:
“La Regione istituisca le “zone franche montane”, aree in cui promuovere, attraverso sgravi e agevolazioni, una fiscalità di vantaggio per consentire nuovi insediamenti produttivi e rilanciare l’occupazione, al fine di contrastare lo spopolamento della montagna e valorizzarne tradizioni imprenditoriali, culturali e sociali.”
Le motivazioni della bocciatura starebbero nel fatto che la legge sarebbe troppo faragginosa e si può applicare solo a territori con più di 10.000 persone [ma fortunatamente per ora nei territorio montani dell’ Emilia Romagna ci sono ancora più di 10.000 abitanti, nonostante la volontà della regione?]
Il Pd per bocca di Molinari si impegna a fare qualcosa altro.. … cosa? non si sa!!! o non si capisce (o non si vuole far capire)!!!
- Un modo per prendere tempo e far dimenticare il problema?
- Un modo per creare qualcosa di così burocraticamente complesso che, le (sacrosantemente) scarse competenze burocratiche dei montanari, non permetteranno di richiedere e quindi porterà alla solita perdita di tempo?
- Un modo per destinare fondi per bandi che solo società di città (per la loro complessità normativa e per il codice degli appalti) potranno aggiudicarsi e portarsi a casa? ovvimente senza far cambiare nulla in montagna, come è stato sino ad ora.
PS: chi scrive non ha simpatie per i partiti favorevoli alla proposta.
Per chi vuole approfondire
ParmaQuotidiano.info:
http://www.parmaquotidiano.info/2017/05/16/bocciata-proposta-zone-franche-appennino-fi/
La Regione istituisca le “zone franche montane”, aree in cui promuovere, attraverso sgravi e agevolazioni, una fiscalità di vantaggio per consentire nuovi insediamenti produttivi e rilanciare l’occupazione, al fine di contrastare lo spopolamento della montagna e valorizzarne tradizioni imprenditoriali, culturali e sociali. È il contenuto della proposta di legge alle Camere avanzata da Galeazzo Bignami, primo firmatario e relatore, e da Enrico Aimi, consiglieri di Forza Italia, discussa in sede consultiva dalla commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, nella seduta odierna presieduta da Roberto Poli, sulla quale la maggioranza dei consiglieri ha espresso parere negativo (no dal Pd, a favore Fi, Ln, M5s e Si). Le zone franche – ha spiegato il relatore – possono essere istituite nei territori montani che abbiano un numero di abitanti superiore a 10 mila. Spetterà al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) fissare i criteri per la loro individuazione e per la ripartizione delle risorse finanziarie. Gli strumenti previsti per attrarre in Appennino nuove imprese – ha ricordato il capogruppo di Fi – sono le esenzioni dalle imposte sui redditi per dieci anni (esenzione totale per i primi 5, progressiva dal 60% al 20% nel quinquennio successivo) fino alla cifra massima di 100 mila euro, che aumenta di 5 mila euro per ogni nuovo assunto a tempo indeterminato risiedente nel territorio, e gli sgravi fiscali su imposte regionali (per cinque anni con soglia massima di 300 mila euro) e municipali nonché l’esonero dal versamento dei contributi (per i primi cinque anni) relativi ai contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata superiore a 12 mesi. Le risorse necessarie – ha concluso Bignami – ammontano a 2,5 milioni annui dal 2017 al 2019.
Gian Luigi Molinari (Pd) ha ricordato come la montagna sia sempre stata al centro dell’attenzione del Pd, che si è fatto promotore di una risoluzione, approvata, all’indirizzo della Giunta regionale per valorizzare il tessuto produttivo dell’Appennino e sostenere concretamente l’economia e le comunità locali. Nel ritenere lo strumento della proposta di legge alle Camere troppo farraginoso e, di conseguenza, poco efficace, nonché limitato al mero riconoscimento di un regime fiscale agevolato, laddove, a suo parere, il territorio montano necessiterebbe di specifici investimenti e di un regime di sostegno dedicato, ha rivolto un invito ai commissari per una convergenza bipartisan sulla messa a punto di strumenti integrati di sostegno.
Stefano Bargi (Ln), nell’evidenziare una sostanziale analogia tra la proposta legislativa di Fi e una della Ln, ha rilevato come l’introduzione di una fiscalità di vantaggio sia di stretta competenza del Governo, anche se la Regione ha margini di manovra autonomi che non possono essere ignorati. La montagna, infatti, – ha concluso il consigliere – è un territorio a fallimento di mercato in molti settori, ad esempio quello della digitalizzazione, per cui l’intervento pubblico deve sopperire alla mancanza di interesse a investire da parte del privato.
Ha concluso il dibattito Igor Taruffi (Si), che, ricordando una risoluzione del suo gruppo assembleare sul tema, ha riaffermato il sostegno alla proposta legislativa di Fi così come, senza alcun distinguo politico, a tutte quelle tese a valorizzare e rilanciare la montagna, a partire dalla proposta trasversale evocato da Molinari.