Pier Luigi Ferrari
Ieri sono stato al funerale di Pier Luigi Ferrari, una politico che per tanti è stato un grande politico e difensore dei territori montani, per altri un esponente della “vecchia politica”. C’era davvero tanta gente, proveniente da tutta la provincia ed oltre. La cosa che mi ha sorpreso, è la presenza di tante persone comuni, tante persone che oggi sembrano essere il bacino elettorale del M5S, nonostante questo ma erano lì a ringraziare Pier Luigi, per ciò che ha fatto per loro e per il loro territorio.
Anche se penso di avere una visione sui i territori montani abbastanza diversa dalla sua, l’ho sempre stimato e ritenuto un politico capace, una grande risorsa per la sua valle.
L’impressione che ho sempre avuto, è che fosse il deus ex-machina delle valli del Taro e del Ceno. Una persona capace di creare e tenere unito un gruppo di persone che nel bene o nel male aveva un progetto per questo territorio. Lo pensavo centrato a fare gli interesse del suo gruppo e pronto a passare sopra a tutti gli altri per raggiungere i suoi obiettivi.
Ieri ho capito che mi sono sbagliato, ieri mi sono ricreduto. Ho conosciuto, attraverso le parole degli oratori e all’affetto dei tanti semplici cittadini presenti, un Pier Luigi Ferrari diverso, che faceva il politico NON per arricchirsi ai danni della cosa pubblica ma per fare il bene della sua gente, attento ai tanti che gli chiedevano aiuto, appassionato della sua montagna.
Inoltre ho conosciuto un Ferrari profondamente religioso.
Per la maggior parte degli italiani i politici e pure credenti sono il peggio del peggio, ma io penso che possano essere il futuro del nostro paese, perché vivono il loro ruolo come una missione volta “all’amore verso il prossimo” e non verso i propri egoismi personali , ideologici, di genere ecc.
Fare le cose per il bene degli altri e non per i propri interessi è alla base della buona politica.
Penso che tutte le difficoltà, i pettegolezzi, le cattiverie su di lui, le sia riuscite a sopportare grazie al fatto che si sentiva a posto con la sua coscienza. Era convinto di essere qui non per fare i propri interessi ma per un missione: quella di aiutare il suo paese, la sua montagna.
Chi non fa non sbaglia mai, ma chi fa può sbagliare, può fare cose di cui ci si può pentire, ma avere ben chiara la direzione e dover rendere conto più a Dio che agli uomini aiutata ad affrontare le difficoltà, l’invidia e i pettegolezzi. Spero ci sia riuscito.
Pier Luigi era visto da tante persone ( forse anche da me) come un simbolo della vecchia politica, una persona da rottamare , ma aver scoperto che riteneva di dovere essere, come politico e come cristiano, al servizio degli altri mi fa pensare di aver sbagliato.
Ci vorrebbero molti più “missionari”, molte più persone che mettono davanti la propria missione ai propri interessi. Il mondo sarebbe migliore, indipendentemente dall’età o dalla provenienza politica di chi amministra la COSA PUBBLICA.
Vorrei finire questo pezzo parlando direttamente a Pier Luigi.
“Pier Luigi, ho parlato con te solo una volta, non so se ti ricordi di me, non so cosa potessi pensare di me, ma oggi voglio chiederti scusa per le volte: che ho pensato male di te, che ho pensato che dovessi essere rottamato. Oggi penso che servano tanti Pier Luigi Ferrari capaci: di fare gruppo attorno a sé, di vedere la politica come servizio e non come forma di potere; politici con progetti nuovi di lungo periodo per questo territorio.
Spero che Lassù posano essere indulgenti con i tuoi peccati e possano apprezzare le tante belle e buone cose che hai fatto per il prossimo. Sono convinto che ti sia guadagnato il tuo angolo di Paradiso.