Federeconsumatori: “Spese dei parmensi nel 2022: +2.984 euro per una famiglia di 3 componenti”

Gli effetti di lunga durata della dinamica inflattiva registrati durante il 2022, anche a fronte del rallentamento dell’incremento dei prezzi dell’ultimo bimestre, determinano una variazione media annua dell’indice Nic a Parma pari a +7,6% (+8,4% per il contesto regionale e +8,1% a livello nazionale).

Un dato che non si rilevava dagli anni ’80. Tale dinamica è il risultato degli aumenti dei costi dei carburanti di derivazione petrolifera, registrati già a partire dagli ultimi mesi del 2021, aggravate dallo scoppio e dal perpetrarsi del conflitto in Ucraina, con conseguente incrementi dei costi del gas, dei cereali d’importazione, di varie materie prime, del latte, lungo tutta la catena di distribuzione.

Durante il 2022 la maggior parte delle divisioni di spesa del paniere di beni e servizi ha avuto variazioni positive con livelli tendenziali oltremodo elevati che sono andati a ripercuotersi specialmente sui beni di alta e media frequenza d’acquisto, oltre che sul comune “carrello della spesa”. Sono stati i beni energetici, nel corso dell’anno, a fungere da traino per l’inflazione (con una crescita media annuale pari a: +36% per la divisione “Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili”).

La crescita dei prezzi ha generato una spesa aggiuntiva per un nucleo familiare di 3 componenti stimata pari a +2.984 euro rispetto al 2021 (Cfr. Tabb 1-3). Per le famiglie più fragili (ad esempio nuclei con capofamiglia disoccupato oppure famiglie unipersonali con componente anziano) l’inflazione ha avuto una dinamica più accentuata rispetto alla media, generando una variazione percentuale della spesa, rispetto all’annualità precedente, più elevata rispetto all’incremento rilevato per il complesso delle famiglie. Questo perché la struttura della spesa mensile dei nuclei che si trovano in condizione di fragilità è dedicata in modo sbilanciato (non per scelta) a voci di spesa che hanno registrato un inflazione ben superiore alla media (come i beni alimentari e le utenze di energia elettrica e del gas da riscaldamento). Per un’inflazione questi nuclei familiari l’incremento assoluto della spesa annuale, rispetto al 2021, risulta proporzionalmente superiore a quanto rilevato per il complesso delle famiglie, un aspetto che ha contribuito a determinare l’ulteriore forte pressione registrata nel 2022 sui servizi sociali di supporto forniti dal sistema degli Enti locali.

IL COMMENTO DI FABRIZIO GHIDINI, Presidente Federconsumatori Parma: “Il dato di inflazione di dicembre a Parma, assieme al dato finale per il 2022, conclude un anno terribile per i consumatori della nostra provincia. Sono dati che il nostro rapporto esamina, a partire dai pesanti numeri relativi all’arretramento dei redditi reali: per una famiglia media di tre componenti si stimano 2.984 euro di spese aggiuntive rispetto al 2021; 1.971 euro per una famiglia monocomponente.

Il modesto decremento dell’ultimo mese non cancella di certo il segno di una inflazione elevatissima, che ha fatto e sta facendo scempio dei redditi da lavoro e da pensione. In questo contesto la diffusa percezione che l’inflazione reale sia superiore a quella rilevata da ISTAT si fa strada. Una percezione supportata da alcune evidenze, come quella relativa all’enorme incremento dei costi della spesa alimentare, ben oltre i numeri dei rapporti, sia nelle grandi strutture che in quelle tradizionali e in forma più marcata, nei discount.

Il 2022 è “l’anno della forbice”. Ci riferiamo alla forbice delle diseguaglianze, che continua ad allargarsi. Perché siamo di fronte ad una inflazione selettiva, che colpisce soprattutto le famiglie, le persone già deboli ed il ceto medio, sempre meno medio. Mentre crescono i distacchi delle utenze per morosità, mentre i salari arretrano pesantemente, crescono gli utili delle aziende che operano nei settori dell’energia, dei farmaci, della Grande distribuzione.

Crescono i consumi di lusso, dall’abbigliamento alle vacanze, e precipitano, per quantità e qualità, quelli delle famiglie di operai ed impiegati. Si riduce anche l’attenzione alle cure mediche, a partire da quelle odontoiatriche.

È evidente che senza un rapido recupero del potere d’acquisto di salari e pensioni la condizione non potrà che peggiorare, specie se continueranno iniziative pessime, come il ripristino delle accise sui carburanti.

Con amarezza rilevo che dall’inizio di questa crisi non vi è stata alcuna iniziativa pubblica, nell’intero territorio provinciale, volta ad esaminare, studiare e contrastare gli incrementi ingiustificati di prezzi e tariffe. Questa terribile crisi continuerà a lungo, e sta portando conseguenze drammatiche anche per il tessuto sociale della nostra provincia.

Federconsumatori Parma rinnova la richiesta, alle forze sociali ed economiche, agli amministratori, ai rappresentanti locali dello Stato, perché si apra al più presto un confronto sulla condizione economica della nostra provincia, oltre che sugli effetti dell’inflazione sulla parte più debole di famiglie e cittadini”.

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