Per chi ama il parmense e la sua storia!!! Un viaggio del 1880!!!
Questo sarà un articolo strano. Un’articolo che crescerà pian piano, in una ARRAMPICATA storica che ci porterà da Parma al monte Penna. Appunti e spunti su un viaggio del passato che vuole farci vedere con occhi nuovi, meravigliati e nostalgici il nostro territorio.
PROVATE AD IMMAGINARE QUESTO VIAGGIO COME SE FOSSE il vostro viaggio… sarà un avventura meravigliosa.
Periodicamente pubblicheremo un pezzo significativo di questo viaggio a cui aggiungeremo le nostre osservazione ed emozioni…. se volete lo potrete fare anche voi ATTRAVERSO IL BLOG.
Il racconto del viaggio è stato scritto da G. Mariotti proprio lo stesse del Rifugio del Lago SANTO in val Parma.
Allora Mariotti era segretario del club Alpino della Val D’Enza.
Insomma un viaggio che unisce tutte le Valli del Parmense: Enza, Parma, Baganza, Taro e Ceno.
Un viaggio del 1879/80. Il mondo era molto diverso: l’Italia aveva appena raggiunto la maggiore età (o meglio per allora non ancora), solo da 10 anni Roma faceva parte dell’Italia e da 9 ne era la capitale (senza MAFIA… forse). In questo quadro si inserisce il viaggio da Parma al Penna del Sig Mariotti e dei suoi amici appassionati di montagna. Tante curiosità e squarci di un tempo che non c’è più
Parte 3 dal Prinzera a Berceto [per chi non lo avesse già fatto, prima di leggere questa parte, leggete le parti 1 e 2 che trovate tra una trentina di righe di testo]
Strano che nessuno di voi nella PARTE 2 si sia accorto di una cosa ben lontana da quello che succede oggi.
Per andare a Borgotaro non si percorreva la fondovalle ma si passava da Berceto… e questo ci ricorda come erano diversi gli spostamenti fino a poche decine di anni fa. Autostrade e fondovalli comode, pianeggianti con poche curve non esistevano. Si preferivano strade di crinale, perchè le zone vicino ai fiumi erano mal sane e di difficile gestione stradale. Le costanti piene dei fiumi non permettevano di tracciare strade ai fianchi dei loro alvei… non c’erano enormi scavatori per fare scogliere con immense rocce.
…ma torniamo al nostro viaggio
i nostri viaggiatori continuano il viaggio percorrendo a strada della Cisa verso Berceto. La descrizione della Strada della Cisa che fanno i nostri alpinisti è un perfetto riassunto della sua storia e della sua magnificenza per quei tempi.
Una strada tracciata lungo la Romana via Clodia, chiamata poi nel medio evo la via “Francesa” (via Francigena).
Alcuni tratti di pennello letterario danno l’immagine di come sia stata dipinta e tracciata lungo gli anni della storia.
Il primo colpo di pennello dei tempi moderni, lo ha dato il più grande personaggio storico del 1700: Napoleone Bonaparte.
Proprio lui, che la percorse varie volte durante le sue imprese militari lungo l’Italia, la volle tracciare come fondamentale strada di collegamento della ricca pianura padana con quello che voleva fare diventare il primo porto militare dell’impero: il porto di La Spezia,
….. ma ahimè la stella di Napoleone è rimasta nel firmamento dei personaggi storici per troppo poco tempo per consolidare le fondamenta di questa strada.
Per fortuna la moglie, gli ha dato di nuovo quel importante ruolo di strada di primo piano, con opere pubbliche e dimensioni che al tempo la definivano come una delle più importanti ed avanzate strade del periodo. Infatti fu proprio Maria Lugia d’Austria, duchessa di Parma e prima moglie di Napoleone, a renderla la via che ora conosciamo.
La più amata delle regnati del ducato di Parma aveva forse più a cuore la montagna dei nostri attuali politici.
Leggete come i nostri viaggiatori descrivono questa strada, con quale enfasi dipingono gli importanti lavori fatti dalla DUCHESSA……
PARTE 1 da Parma a Fornovo
A Fornovo finiscono le comodità.
La prima tappa di un viaggio nel freddo inverno del 1880 è a Fornovo, fino a Fornovo si viaggia in carrozza o meglio con il vetturale, poi da lì si prosegue a piedi, dopo una ricca colazione ….. [vedi testo originale sopra]
Anche allora a Fornovo finivano le comodità proprio come oggi, probabilmte allora come oggi per i Parmigiani Fornovo era già montagna… daltronde lo dice anche il Mariotti “L’aria di montagna si inizia già a sentire”. Anche per il Mariotti come per i parmigiani di oggi era una parte di parmense così lontana e scomoda che non valeva nemmeno la pena andarci. Ma lungo il nostro viaggio vedremo che la provincia di Parma è ancora molto lunga e ricca di sorprese.
Interessante l’immagine di un Fornovo diviso tra statica monumentalità (il bassorilievo dei peccati capitali ancor oggi presente sulla facciata della pieve di Fornovo) e la dinamica evoluzione storico tecnologica degli studi per la realizzazione della Pontremolese. Che ancor oggi è in evoluzione…. probabilmente anche oggi il Mariotti potrebbe trovare un ingenier Bracco che sta studiando il passaggio in messo al paese per il raddoppio della linea.
Parte 2 da Fornovo al Prinzera [prima i leggere questa parte leggere la parte 1 che trovate tra 15 righe di testo]
Gennaio 1880. Gli alpinisti continuano il loro viaggio a piedi lungo i tornanti di Piantonia della strada della Cisa. Una strada voluta da Maria Luigia per collegare la pianura alla montagna ed al mare….
Lungo il viaggio godono del caldo sole che li spinge a togliere i vestiti per il troppo caldo, lo sguardo corre alla pianura nebbiosa e gelida…. nessuna nostalgia di Parma…. qui è un paradiso.
Sempre lungo il viaggio uno dei compagni del Mariotti (un ufficiale del Regio Esercito) studia la difendibilità della via di comunicazione individuando luoghi dove posizionare pezzi di artiglieria. Da li lo sguardo volge verso a Fornovo che si sta allontanando ed il pensiero torna indietro nel tempo fino alla famosa battaglia di Fornovo del 1495. Dal discorso esce una verità storica che pone fine al grande dubbio su chi abbia vinto la battaglia di Fornovo: I COLLEGATI O I FRANCESI????? ebbene il vincitore è stato il TARO [come è spiegato nel pezzo estratto dal racconto del Mariotti sotto riportato].
Una ammissione dura da parte di patrioti e militari ancora inebriati dai grandi successi del risorgimenti che hanno portato all’unità di Italia solo pochi anni prima. Difficile ammettere che la più importante battaglia del medioevo che ha gettato le basi dell’unità della nazione non era stata vinta dagli Italiani… ma dall’Italia geografica…. da un suo fiume: il Taro!