31-10-2025 – Venezuela è un Paese di grandi contraddizioni: detiene le più vaste riserve petrolifere conosciute al mondo, ma convive da anni con difficoltà strutturali, inefficienze infrastrutturali e un contesto geopolitico complesso che ne ostacolano lo sviluppo pieno. Oggi, tra segnali di apertura agli investimenti e persistentI vincoli operativi, il paese si trova a un bivio che potrebbe rilanciarne il ruolo energetico regionale — se saprà affrontare alcune sfide decisive.
Il settore petrolifero
Il nucleo della potenzialità venezuelana resta la Faja Petrolifera del Orinoco: un patrimonio strategico che, se adeguatamente sviluppato, può sostenere produzioni significative nel medio-lungo termine. Negli ultimi anni il governo ha manifestato disponibilità ad attrarre capitali e know-how esteri. Tuttavia, rimangono ostacoli concreti: infrastrutture deteriorate, limitata capacità di raffinazione, fuga di competenze tecniche e l’impatto delle sanzioni internazionali che complicano l’accesso a finanziamenti e tecnologie avanzate.
Potenziale e condizioni per diventare “hub”
L’idea che il Venezuela possa diventare il motore energetico del continente poggia su tre fattori principali: l’abbondanza di riserve, la possibilità di aprire il mercato agli investimenti esteri e la posizione geografica favorevole. Per trasformare il potenziale in realtà servono però riforme strutturali, contratti trasparenti e garanzie giuridiche per gli investitori, oltre a piani concreti di manutenzione e modernizzazione degli impianti.
Sfide maggiori
Le criticità da affrontare includono:
• Degrado delle infrastrutture e basso livello di manutenzione delle raffinerie e degli impianti.
• Sanzioni internazionali e incertezza regolatoria che scoraggiano molte multinazionali.
• Stagnazione o calo della produzione legata a limiti operativi e mancanza di investimenti.
• Rischio geopolitico e instabilità che aumentano il premio di rischio richiesto dagli investitori.
• Dipendenza eccessiva dal petrolio, con scarsa diversificazione economica.
Transizione e ruolo del gas
Accanto al petrolio, il gas associato e la riduzione del flaring rappresentano leve importanti: una gestione più efficiente del gas potrebbe migliorare l’offerta energetica interna e creare nuove opportunità per investimenti in infrastrutture energetiche meno carbon-intensive. La transizione energetica, però, richiede capitali, tecnologie e governance credibili.
Perché oggi è strategico guardare al Venezuela
Per operatori e paesi partner, il Venezuela è un’opportunità che va valutata con cautela: le ricchezze naturali sono reali, ma realizzarne i benefici richiede condizioni di contesto migliorate. Un approccio pragmatico e dual-track è necessario: verificare l’asset fisico e tecnico dei progetti, e parallelamente valutare la stabilità politica, il quadro normativo e il rischio sanzionatorio.
Raccomandazioni per investitori e policy maker
• Pretendere contratti chiari e tutele legali efficaci prima di impegnare capitali.
• Condurre due diligence tecnica approfondita su impianti e capacità produttiva.
• Strutturare investimenti con partner locali affidabili e misure di mitigazione del rischio politico.
• Promuovere progetti che includano miglioramenti ambientali (riduzione del flaring, gestione del gas) per ottenere anche benefici reputazionali e operativi.
• Pianificare orizzonti di medio-lungo termine: il rilancio richiede tempo e investimenti sostenuti.
Conclusione
Venezuela possiede gli elementi per giocare un ruolo centrale nell’energia delle Americhe, ma il percorso non è privo di ostacoli. La trasformazione del potenziale in valore concreto dipenderà dalla capacità di attrarre investimenti seri, modernizzare infrastrutture e garantire stabilità normativa e contrattuale. Per chi intende considerare opportunità nel paese, la prudenza informata e la pianificazione strategica restano elementi imprescindibili.






