“Le poesie di Trilussa” per la rassegna Leggere Crea Indipendenza a cura di Paola Mazza

uonasera e bentornati all’ultimo appuntamento della rubrica culturale #LIBRILIB(E)RI Oggi per questo primo giorno di primavera e giornata mondiale della poesia ho scelto di presentarvi le Poesie di Trilussa pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Salustri poeta, scrittore e giornalista romano, particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco. Con un linguaggio arguto, Trilussa ha commentato circa cinquant’anni di cronaca romana e italiana, dall’età giolittiana agli anni del fascismo e fino a quelli del dopoguerra. Ma la satira politica e sociale non sono l’unico motivo ispiratore della poesia trilussiana: frequenti sono i momenti di crepuscolare malinconia sugli amori che appassiscono, sulla solitudine che rende amara e vuota la vecchiaia. Trilussa è noto anche come favolista e la sua morale non fu mai generica e vaga, ma legata ai fatti reali della vita. Oggi ho scelto di leggervi, Primavera, scritta nel 1938, che ci, vi indurrà ad una riflessione profonda e purtroppo ancora molto attuale. Er sole che tramonta appoco appoco sparisce fra le nuvole de maggio gonfie de pioggia e carche de foco: cento rcord brillano in un raggio cento colori sfumano in un gioco Sur vecchio campanile der convento nun c’è la rondinella pellerina che canta la canzona der momento: però, in compenso, romba e s’avvicina un trimotore da bombardamento. Vi ringrazio per avermi seguita e sostenuta in questa mia avventura letteraria Grazie ancora buona vita e buona cultura e ricordatevi che leggere crea indipendenza Paola Mazza

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