Ben tre parrocchie pregheranno questa sera per don Ettore Paganuzzi.
Quando ben tre comunità si riuniscono in posti molto distanti tra di loro per ricordare una persona che ci lasciati, vuol dire che questa persona ha lasciato un segno profondo in queste comunità.
Quando questa persona è un Sacerdote cattolico, il Segno che ha lasciato, è un Segno intriso di spiritualità e di amore per il prossimo. E’ quello ciò che ha lasciato Don Ettore Paganuzzi
Le comunità che si incontreranno nelle rispettive chiese per pregare per lui sono: la parrocchia di Pellegrino, dove è nato, la parrocchia di Sala Baganza in cui è stato sacerdote per 10 anni e la parrocchia di San Pancrazio, nella città ducale, dove stava esercitando il suo servizio pastorale.
78 anni fa nella zona in cui il torrente Stirone nasce ed inizia il suo percorso, nacque anche Don Ettore.
Già nel giorno del battesimo, la sua vita fu votata al dedicarsi alla missione pastorale. Un suo pronipote, William Orsi, ci ha raccontato che il giorno del battesimo il padre lo alzo al cielo e disse “di lui faremo un missionario!” .
Il fatto che lo spirito missionario fosse profondo in lui, è provato dalla sua usanza di sollevare al cielo tutti i bambini che come sacerdote battezzava. Un consapevole richiamo al fatto che, come sue padre aveva fatto con lui, anche lui voleva essere per loro un padre ed un fratello nella fede.
Don Ettore ha svolto la sua attività a servizio dei fedeli in tante parrocchie del nostro territorio è stato a: Fornovo, Ballone, Cassio, San Polo, san Leonardo, Monchio delle Corti, Sala Baganza ed infine a San Pancrazio
Orgoglioso delle sue origini in val Ceno, tra Pellegrino e Varsi, amava la montagna e le passeggiate nella natura. Da Varsi diceva provenisse sua famiglia, i Paganuzzi (i Balò), che diceva essere una famiglia di origine nobile e ricca.
Amava anche i circoli di lettura ed intrattenersi e discutere con altri intellettuali, anche per questo l’invio nelle parrocchie parmigiane è stato accolto con serenità.
Famosi i tanti viaggi organizzati con cadenza periodica per i fedeli nei più importanti luoghi di culto.
Ma la sua vera missione erano i bambini ed i giovani, durante la S. Messa voleva fossero sempre in prima fila. Famosi i suoi Grest in cui arrivava a riunire fino a 200 ragazzi.
Nonostante potesse sembrare severo era un trascinatore con per i suoi fedeli, per i giovani ed i bambini.
Non fu solo pastore di anime ma anche di menti. L’amore per la conoscenza lo aveva spinto a prendere anche una laurea in filosofia ed una in italiano.
Fu orgogliosamente insegnante per tanti anni alle Scuole medie ed alle scuole superiori. Oltre che religione, HA insegnato anche filosofia ed Italiano. Amava stimolare i suoi studenti a “vedere con occhi nuovi la bellezza che li circondava” (come ha scritto in post sui social Anna, una sua ex studentessa)
La voglia di descrivere la bellezza dell’appennino e della sua missione pastorale lo spinse a scrivere un libro su uno dei paesi in cui è stato sacerdote: Monchio delle Corti (Pellegrini per un Millennio. Religiosità religione e fede nelle Corti di Monchio.)
Forti i legami con la famiglia che, tra cugini, nipoti e pronipoti, gli è stata al capezzale sino all’ultimo, anche nei mesi di ricovero all’Ospice delle Piccole Figlie .
Da alcuni mesi gli era stata diagnosticata una terribile malattia. I medici gli avevano dato una prospettiva di vita di diversi mesi e lui ne era consapevole. Aveva accettato la fine della sua vita terrena con la serenità di chi sa che la morte non è la fine di tutto ma un momento di passaggio. La serenità di uomo di fede. Quindi nessuna paura ed anche la soddisfazione per quello che aveva fatto sino ad allora al servizio dei sui fratelli.
Un servizio che ha lasciato fede e speranza a tantissime delle persone che lo hanno conosciuto ed ai suoi famigliari.
Buon arrivo in Paradiso don Ettore
Questa sera i rosari che saranno recitati nelle parrocchie di Careno a Pellegrino, di Sala Baganza e del Buon Pastore a san Pancrazio.
Domani, 18 ottobre 2021, alle 14.30, la S. Messa (celebrata dal vescovo di Parma) nella chiesa del Buon Pastore (nella zona della Crocetta), in seguito un saluto da parte dei fedeli di san Pancrazio, poi una benedizione nella chiesa di Careno, il corpo terreno riposerò nel vicino cimitero.