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Da gennaio a Fornovo, il 15, e Langhirano, il 18, partono le nuove CAU. Così si vedrà se la riforma dell’emergenza urgenza migliorerà la vita dei cittadini o no. Nel parmense si passa dalla fase riduzione costi a quella di offerta di maggiori servizi.

Sono tante le polemiche che in questi giorni hanno investito i nuovi Centri di Assistenza Urgenza, strutture che sono parte della nuova organizzazione dell’emergenza urgenza della regione (per saperne di più clicca qui).

In effetti sino ad ora le misure messe in campo più che un aumento dei servizi sono sembrate una riduzione di servizi e costi. Infatti nel 2023 quasi tutti i CAU aperti: o si sono aggiunti ai pronto soccorsi (sembra non cambiando molto le cose) o si sono sostituiti a realtà più strutturate  come PPI e PS.

Ma da comunicato stampa della AUSL dello scorso 15 dicembre si intuisce che nei prossimi mesi si capirà se la riforma avrà successo o no.  Le cartine di tornasole saranno Fornovo e Langhirano.

Anche qui per avere i CAU si è dovuto  rinunciare a qualcosa (almeno per ciò che riguarda Fornovo con la perdita del punto di automedica, unico punto scomparso in tutta la provincia nonostante fosse quella più strategica), ma il nuovo servizio sembra dare nuove  opportunità e più prossimità di servizi ai cittadini.

Secondo i due direttori sanitari di AUSL e di Azienda Ospedaliera, Pietro Pellegrini e Sandra Rossi,  i CAU permetteranno di “Offrire ai cittadini risposte qualificate e in tempi brevi ai bisogni di salute urgenti e non gravi è l’obiettivo di questi nuovi servizi di prossimità ai cittadini che stiamo aprendo sul territorio provinciale. I Centri sono aperti h24 tutti i giorni dell’anno: il personale medico ed infermieristico che vi opera è stato appositamente formato per garantire una presa in carico veloce ed appropriata degli utenti, sgravando i Pronto soccorso, dove verranno indirizzati solo i casi più gravi”. 

Le date per l’apertura dei NUOVI CAU (gli unici davvero nuovi) sono quelle del 15 gennaio per Fornovo e del 18 gennaio per Langhirano.

Da qui si potranno verificare diverse cose:

Sul tema periferie ed efficacia dell’intervento di emergenza-urgenza  resta, anche in questa riforma,  un filosofia di base che continua ad essere sbagliata. Ci si continua a muovere seguendo più le dinamiche politiche, che la tutela della salute dei cittadini (ma questo purtroppo è così da sempre  e con tutte le parti politiche). Questo è dimostrato dal fatto che,  nonostante nel settore emergenza urgenza il fattore tempo è determinante, le decisioni vengono prese, non in funzione di questo,  ma del fattore densità abitativa. Infatti i CAU dovranno coprire zone che comprendono tra i 35.000 ed i 70.000 abitanti  e non zone che rendano il CAU raggiungibile in massimo 30 minuti, ad esempio.

Noi restiamo qui alla finestra per vedere e capire come andranno le cose e segnalare quello che, secondo noi,  va a danno delle periferie della provincia di Parma.

Per ora, nel corso degli ultimi due anni, la riforma dell’emergenza urgenza, nelle zone periferiche,  sembra  essere in chiaro scuro.  Se da una parte, il ripristino di alcuni servizi all’Ospedale di Borgotaro e la creazione  di nuovi  punti con mezzi di soccorso avanzati con infermiere a bordo come: Bedonia, Borgotaro, Berceto e Varsi, sono una buona notizia; la trasformazione del PS di Borgotaro in PPI e la trasformazione dell’automedica di Fornovo in autoinfermieristica  non lo sono.

La preoccupazione, purtroppo spesso confermata, è che  quando le risorse sono poche (medici ed infermieri) chi ne paga le conseguenze sono sempre le zone già poco, o pochissimo, servite.

Ma siamo fiduciosi ANZI speranzosi di essere smentiti.

Nel frattempo vi diamo una  informazione utile per i cittadini  cioè che l’accesso ai CAU è diretto, quindi non occorrono la prenotazione e la richiesta del medico. La presa in carico avviene in ordine di arrivo, fatte salve valutazioni specifiche da parte del personale presente che possono richiedere una modifica dell’ordine di accesso.

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