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Sulla vetta del Monte Pratobello

L’escursione che vi proponiamo oggi attraversa i tipici boschi di faggi e querce delle nostre valli e, tra una volpe e uno scoiattolo raggiungiamo la vetta di un monte che offre una vista ampia e spettacolare.

Il nostro consiglio è di lasciare la macchina a Villora, per due motivi, il primo è che più in alto non ci sono posti utili per parcheggiare e il secondo è che, la strada, dopo un primo pezzo asfaltato da poco, risulta essere sempre più in pessime condizioni, con alte buche al centro, nonostante siano circa 10 anni che viene fatto presente al comune.
Come dicevo, una volta parcheggiato tornate indietro di qualche passo e imboccate la strada asfaltata che, venendo da Villora, gira a sinistra.
Dopo pochi metri la strada si divide, andate verso la località Gallosi, sempre girando a sinistra, e proseguite salendo sulla strada principale fino ad arrivare alla fine della strada.

Alla vostra destra troverete l’ingresso del cortile di una casa privata, quindi proseguite su quella che diventa una mulattiera e che costeggia la recinzione in legno per poi svoltare a destra e immergersi nel bosco.
Il sentiero sale gradualmente circondato da querce e faggi e, se siete fortunati, potreste scorgere la volpe che si nasconde in questo sottobosco, mentre, alzando la testa, lo scoiattolo passa indisturbato tra i rami sottili.


Al primo bivio teniamo la sinistra continuando a salire e ignorando il sentiero che, invece, tende a scendere.
La pendenza in questo punto è di circa il 17% e per qualche minuto i rami degli alberi saranno bassi e l’erba molto presente sul sentiero.
Giunti in fondo alla salita svoltiamo a sinistra.
Qui il mondo sembra diviso in due: alla nostra sinistra troviamo il paesaggio da cui proveniamo, querce, erba, ginepro e arbusti bassi. A destra, invece, oltre ad esserci una recinzione, la flora che fa da padrona è caratterizzata da pini, abeti , larici e un sottobosco che si limita agli aghi caduti.
Proseguiamo fino ad un trivio e continuiamo a scegliere il sentiero più a sinistra.
Arriviamo alla chiesetta di Bellagamba, punto in cui possiamo fermarci a riposare sulla lastra di pietra posta li vicino.
Ricominciamo a camminare salendo per il sentiero che prosegue con qualche tornante in mezzo al bosco e torniamo ad essere circondati dai faggi su entrambi i lati.

Camminiamo in mezzo alle foglie e, il fruscio che creiamo, in mezzo al bosco silenzioso, viene di molto amplificato, ad un certo punto arriviamo ad una breve ma ripida salita, sulla sinistra però, anche se poco visibile, potrete trovare un piccolo sentierino alternativo e con minore pendenza.

Una vollta sorpassato questo punto ripido si prosegue tranquillamente sotto le chiome degli alberi fino a giungere ad un incrocio con diversi sentieri.

Prendiamo la mulattiera sulla destra e continuiamo a salire.

Ci troviamo intorno a 1010 metri e la nostra meta si avvicina.

Dopo circa altri 25/30 minuti di cammino e l’ultimo strappo in salita, si esce dal bosco e ci si ritrova in un campo con un grande albero e, in vetta, una croce.

Il paesaggio che si staglia davanti a noi è aperto e ampio, si vede la vallata e il castello di Bardi in lontananza.

Qui potete scegliere di fermarvi, magari pranzare al sacco e poi tornare ripercorrendo la stessa strada dell’andata, oppure proseguire e raggiungere la vetta del Monte Carameto per poi ridiscendere dal passo del Pellizzone.

Noi, per questa volta, visto l’orario e le alte temperature, abbiamo deciso di ridiscendere, ma, la strada per la vetta successiva è una di quelle camminate che ho sempre percorso da quando ero bambina e che mi sento di consigliare.

Se la strada vi sembra però, troppo lunga, e volete comunque raggiungere il Monte Carameto, in questo articolo ho descritto la via breve che parte proprio dal passo del Pellizzone.

Buon Cammino!

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