Castello di Bardi: Un salto nella storia

Il 25 Dicembre dell’800, nella basilica di San Pietro, Carlo Magno venne incoronato imperatore da Papa Leone III.

Nell’anno 803 nacque la città di Grosseto.

Nell’820, nell’impero persiano nasce l’algebra.

Qualche anno dopo a Venezia iniziano i lavori per la Basilica di San Marco.

Nel 905 Al-Sufy scopre la galassia di Andromeda.

Nel 909 Guglielmo d’Alvernia, duca di Aquitania, fonda l’abbazia di Cluny

Nel 924 Pavia venne assediata dagli Ungari.

Forse vi starete chiedendo cosa c’entrano tutte queste vecchie date con i nostri paesi, i paesaggi e le montagne che ci circondano, adesso proviamo ad arrivarci.

Rileggetele, cosa notate? Sono evidenziati due soli periodi storici: L’inizio del IX secolo e l’inizio del X secolo.

Sono tutte date importanti quelle elencate, e, negli stessi anni, sono successe moltissime altre cose, sono nate persone che nei decenni successivi faranno la storia e altre, che la storia l’hanno fatta un po’ prima, sono morte, come Carlo Magno, che muore nell’814 e la sua storia la conosciamo bene tutti.

Però…manca qualcosa. Qualcosa che ci riguarda forse un po’ più da vicino e magari in maniera, affettivamente parlando, più personale.

Se non lo avete ancora capito, ve lo dico io: All’inizio del IX secolo, sulla cima di uno sperone roccioso di diaspro rosso, venne posata la prima pietra che diede il via alla costruzione del castello di Bardi e, all’inizio del X secolo, la fortezza era pronta per difendere il territorio e dare rifugio e protezione contro le invasioni degli Ungari.

Ci troviamo durante il regno di Berengario del Friuli, appartenente alla casata degli Unrochingi, una dinastia franca; più precisamente parliamo dell’anno 898, quando la fortezza stava per essere completata, infatti, venne venduta ad Everardo, il vescovo di Piacenza che decise di utilizzare il forte come rifugio; in quei tempi, e soprattutto negli anni successivi, gli Ungari razziavano in tutta la Pianura Padana, e un luogo sicuro dove avere protezione era di fondamentale importanza.

Nei periodi successivi, fino al XII secolo, il castello fu governato dall’associazione di famiglie nobili di Bardi, che miravano al mantenimento di un certo prestigio e potere, conosciuti come “I conti di Bardi” .

L’anno 1257 fu segnato dal passaggio del forte ad Umbertino Landi, ghibellino di Piacenza e signore di vari feudi, da questo momento il dominio del Landi nelle terre dell’alta Val Ceno e della Val Taro andò a consolidarsi anno dopo anno fino a poterlo considerare il più longevo dominio di una stessa famiglia in Italia, durò, infatti, 425 anni, fino al 1682, anno in cui iniziò anche la decadenza del castello.

Durante il dominio dei Landi la fortezza venne modificata e adeguata alle esigenze difensive, regalandole l’aspetto attuale.

Verso la fine del XVI secolo il castello diventò una residenza principesca per volere di Federico Landi; e come accennato, dal 1682, a seguito di un lungo e faticoso negoziato, il fuedo passò agli storici rivali dei Landi, i Farnese; per poi cambiare nuovamente proprietari nel 1731 passando ai Borbone di Parma fino all’Unità d’Italia in cui il castello divenne prigione militare e poi sede del comune fino al 1960.

Dopo questo breve viaggio nella storia, concentriamoci su come appare, oggi, questa possente fortificazione.

Incastrata su meravigliose rocce di Diaspro rosso, sovrasta e controlla la confluenza del torrente Noveglia con il Ceno e si rivela, ancora oggi, un’importante tappa della via degli Abati, un cammino che fin dall’epoca Longobarda metteva in comunicazione la città di Bobbio con Pavia e Pontremoli.

Il castello è una costruzione spettacolare, robusta e, complice anche la sua posizione suggestiva, da qualsiasi lato lo si guarda riesce a trasmettere la sua grandiosità e bellezza.

È ancora presente il vecchio Mastio, si tratta di una torre quadrata, più alta e decentrata delle altre, che invece scandiscono l’intero giro del cammino di ronda lungo le mura.

La presenza, poi, della piazza d’armi, il cortile d’onore con i portici, il pozzo, la ghiacciaia, il salone dei principi e i granai, le prigioni e le sale delle torture fanno di questo castello uno dei più belli e meglio tenuti.

Quando si entra nella fortezza si viene accolti da un breve labirinto che percorrendolo ha la capacità di trasportarci magicamente indietro nei secoli, indietro nella storia e farci trovare catapultati in un mondo che appare lontano e quasi straniero comparato a quello che viviamo oggi.

Visitare il castello permette di riscoprire luoghi e vite, sensazioni ed emozioni che non è facile provare nel nostro quotidiano.

Il luogo già di per sé emozionante è il palcoscenico della storia d’amore di due giovani: Soleste, figlia del castellano e promessa sposa ad un uomo che non ama, e Moroello, comandante delle truppe, pronto a tutto per la giovane Soleste.

La loro storia porta in vita una leggenda tutta da scoprire e un fantasma da cercare tra le mura della fortezza.

Una volta entrati, dopo aver varcato il grande ingresso preceduto da quello che era il ponte levatoio, tutti noi diventiamo custodi di un tempo passato, di vite vissute e di una storia importante da non dimenticare.

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