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Case Scapini, un borgo in attesa

Dopo aver raccontato di Vosina e Lavacchielli, non potevamo non visitare un altro paesino fantasma delle nostre valli.

Oggi, infatti, vi porteremo a Case Scapini, un borgo abbandonato tra i comuni di Bardi e Compiano, disabitato da oltre quarant’anni.

Come spesso accade, anche per questo borgo, le ragioni storico-sociali dell’abbandono si fondono con le leggende che fanno spesso breccia nella nostra parte più emotiva.

Per arrivare con l’auto, da Bardi si prosegue verso la località Carpana, passato il ponte si trova una stradina sterrata all’inizio della quale si legge l’indicazione per Case Scapini.

Da qui consiglio di proseguire a piedi costeggiando il torrente Toncina, affluente di destra del Ceno.

Si tratta di percorrere circa 1km senza mai allontanarsi dal corso d’acqua, su una strada di ciottoli e terra di facile percorrenza e senza nessun tipo di dislivello.

In breve tempo, alla nostra destra ci accoglie una cappella inghiottita dagli alberi e, qualche metro più avanti, ai lati della strada si mostrano fin da subito quelli che sono i resti di abitazioni ormai divorate dalla vegetazione.

Ci fermiamo ad osservarli qualche minuto per poi provare ad addentrarci nel bosco e scoprire, dietro le costruzioni che si vedono dalla strada, altre case nascoste completamente da alberi e arbusti.

Le porte delle case sono aperte e le finestre si affacciano su momenti di vita passata che il tempo conserva e contemporaneamente porta via.

Alcuni di questi ruderi, al loro interno, custodiscono ancora sedie e scope, tavoli e mobilio come se il tempo si fosse fermato, come se, l’abitazione stessa, fosse in attesa del ritorno di chi la abitava decenni prima.

Ogni volta che ci troviamo a visitare uno di questi villaggi lasciati in balia del tempo e della natura, ci viene da chiederci come sarebbe se si riuscisse a dar loro nuovamente vita, portando nuove storie da aggiungere a quelle che la pietra conserva nel corso delle stagioni e riprendendosi cura di un luogo che per anni è stato il centro della vita di intere famiglie.

l’Italia e le nostre valli sono piene di luoghi dimenticati, abbandonati al loro destino, ma se, un giorno, le leggende che attirano tanto, venissero sostituite da racconti di vita presente, da momenti di condivisione e, attraverso un progetto di recupero di queste zone non fossero solo i fantasmi a godere della bellezza di questi posti, non sarebbe forse un modo migliore per tenere in vita la memoria del passato?

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