Groppo di Gora: rocce ofiolitiche per un paesaggio lunare

Ci troviamo al Passo del Pellizzone, ad una decina di km da Bardi e, a differenza del nostro precedente trekking , prendiamo il sentiero esattamente opposto a quello per salire in vetta del monte Carameto, quindi, verso Ovest, contrassegnato con il segnavia 907.

La prima parte del sentiero è quasi pianeggiante e completamente immerso nel bosco di faggi.

Si raggiunge, ad un certo punto, un grande spiazzo in cui si trova il tracciato del metanodotto.

Troviamo dei sentieri sia alla nostra destra che alla nostra sinistra ma li ignoriamo e continuiamo a salire dritti sul crinale.

Seguiamo i segnavia e, quando la mulattiera piega a destra, noi teniamo la sinistra, la strada da prendere è ben indicata dai segni biancorossi sui tronchi degli alberi.

I nostri piedi sono immersi nelle foglie colorate, la sensazione è quella di camminare nella neve…ma la neve la troviamo poco più avanti.

Il versante del Groppo di Gora, infatti, essendo esposto ad Est, ha sole al mattino, nelle ore di luce più fredde della giornata e ombra nel pomeriggio, ed essendo Gennaio, seppur le temperature si aggirano intorno ai 10/12 gradi, il sentierino per arrivare in cima, la cui pendenza tocca, in alcuni tratti, anche il 29%, è completamente coperto da un sottile strato di neve e ghiaccio.

Per questo motivo la salita si presenta particolarmente scivolosa; nell’ultima tratta del percorso gli alberi si fanno molto più radi lasciando poi completamente il posto a rocce ed erba.

Arrivati in cima il paesaggio che ci troviamo davanti è ampio e aperto, quasi lunare; alla nostra sinistra c’è un dirupo verticale mentre nelle altre direzioni la distesa di erba è dolce e accompagna lo sguardo verso le valli sottostanti.

Su una punta nel lato sinistro troviamo una nicchia con una madonnina e, alzando gli occhi, possiamo perderci con lo sguardo nel panorama che ci si presenta tanto vasto da sembrare infinito.

Il groppo di Gora è costituito da rocce Ofiolitiche, ovvero l’insieme di rocce magmatiche e metamorfiche, ricche di ferro e magnesio. Il loro nome nasce dal fatto che, il loro colore: verde, rosso, blu e nero, somiglia alla livrea della pelle dei serpenti (Ophios in greco significa proprio serpente). L’origine di queste rocce è legata alla solidificazione di magmi provenienti dal mantello terrestre e da lembi di crosta oceanica profonda.

La storia dell’origine delle rocce Ofiolitiche inizia 180 milioni di anni fa, quando si aprì, tra Africa ed Europa, l’oceano ligure-piemontese.

Il colore scuro, bruno, talvolta rossastro di queste rocce è estraneo all’ambiente circostante, per questo motivo le popolazioni di questi luoghi, nei secoli precedenti, hanno dato vita e alimentato storie e leggende in cui il protagonista è il diavolo.

Il sole inizia a tramontare e la temperatura si abbassa di qualche grado.

La discesa, per il primo tratto, si presenta più difficoltosa della salita proprio per la pendenza e la neve ghiacciata che troviamo sul percorso, ma, una volta arrivati nel bosco, quando il sentiero diventa pianeggiante e il sole non è ancora nascosto del tutto, i suoi raggi che filtrano tra i rami ci riscaldano e illuminano le foglie in terra donando una velatura d’orata al morbido tappeto colorato.

In 1 ora circa arriviamo al punto da cui siamo partiti, saliamo in macchina e ci avviamo verso casa.

Il Groppo di Gora è una cima spettacolare e rappresenta un luogo di elevato interesse naturalistico; quella che parte dal passo del Pellizzone è un’escursione sicuramente semplice per il primo tratto e un po’ più impegnativa nell’ultima parte di salita alla cima ma, la vista dall’alto vale sicuramente l’impegno e l’attenzione che richiede lo strappo finale.

 

QUALCHE DATO:

Pendenza massima: 29%

Dislivello in salita: +300m

Altitudine massima: 1330m

Altitudine di partenza :1060m

Lunghezza totale del percorso: 8,11 km

 

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