La produzione di vino pregiato nel parmense ha origini lontane. Le interessanti scoperte a Riccò di Fornovo

A Riccò di Fornovo Taro, tra il  mobilificio Fornari e Borgo Santa Costanza, si trova un prato, un tempo era  il campo da calcio dei giovani abitanti della frazione Fornovese. Seppur fossi un pessimo giocatore, (di quelli che mettevano in porta ma a volte nemmeno quello) ci giocai anche io qualche volta da ragazzo.

 

Non sapevo che stavo giocando sopra una antica fabbrica romana

Non so in quanti, lo sappiano ma in questo campo da calcio, doveva essere costruita l’estensione di Borgo Santa Costanza.  Borgo, costruito alcune decine di anni fa, che  riprende la fisionomia dei tipici borghi dei secoli scorsi. 

 Ma, mentre si stavano avviando gli scavi  ci si accorse della presenza di alcuni laterlizi antichi .

 Da lì lo stop,  da parte della sovrintendenza e l’inizio delle ricerche.

Non vi fu nessun ampliamento  del Borgo, ma si scopri che quel prato nascondeva un’antica fabbrica romana.

Si scoprì la probabile presenza di una figlina (figlinae) romana.

Al tempo dei romani certe zone  venivano scelte per “gli estesi fondi (praedia), con giacimenti di argilla e boschi per la legna, che permisero lo sviluppo di grandi impianti (figlinae) per la fabbricazione dei laterizi, che producevano tegole (tegulae) e mattoni di forma quadrata e di dimensioni standardizzate,” ma in questo caso anche anfore, dolia (di cui sono presenti solo pezzi di coperchi) ed altri prodotti ceramici. 

Un dolio romano, da notare le dimensioni . Di questi manufatti a Riccò si sono trovati solo pezzi di coperchio

Gli scavi archeologici portarono alla luce delle vasche di laminazione in cui furono trovati molti reperti della figlinae,  probabilmente gli scarti di produzione.

Disegno di alcuni dei reperti ritrova a Riccò

Da questo sito produttivo  uscivano: tegole, mattoni ma soprattutto anfore che che erano i contenitori con cui si trasportavano, in giro per il grande impero romano, le sue, più o meno prelibate, produzioni.

 E’ particolarmente interessante scoprire che tra le anfore di cui si sono trovati i resti, quelle in maggior numero sono  quelle da vino.

in grigio scuro i disegni di alcuni dei reperti ritrovati

 Una testimonianza che in periodo  dell’Impero Romano, tra il primo secolo avanti Cristo e il primo secolo dopo Cristo, il vino dei Colli parmensi era molto ambito.

 Insomma il monte delle Vigne di  Ozzano probabilmente esisteva anche più di duemila anni fa, così come molte altre zone della val Ceno (ci sono tracce di ville romane a Viazzano, a Serravalle ed anche a Castel Corniglio) e della val Taro erano dedicate a questa produzione.

Un anfora romana vinaria. Molti pezzi di questo tipo di anfora sono stati trovati nella frazione fornovese, Purtroppo nessun esemplare intero.

Per saperne di più:

https://www.academia.edu/19790243/con_C_ANGHINETTI_Le_produzioni_della_figlina_di_Ricc%C3%B2?email_work_card=view-paper

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