Si continua a dire su tanti organi di stampa nazionale che il ritorno al lavoro nella fase 2 ha penalizzato le donne. Infatti il 70% delle persone tornate al lavoro sono uomini.
Sembra quindi essere una campagna femminista contro gli uomini che paventa una discriminazione di genere a loro favore. Mi sa che in questo caso si tratti di un clamoroso auto-goal per il fronte femminista.
Le donne non sono tornate al lavoro perchè: non hanno mai smesso di lavorare.
Infatti sono state prevalentemente le donne ad affrontare in modo importante ed eroico la fase 1 come: medici, infermiere, operatrici socio sanitarie, all’interno di supermercati, come tecnici sanitari all’interno delle strutture sanitarie e sociali, nelle scuole come insegnati, ed anche in tanti uffici pubblici.
Tutt
i ruoli importanti e spesso altamente qualificati, ruoli in cui gli uomini sono una minoranza sempre più piccola.
E’ quindi normale che nella fase 2, in cui si ritorna al lavoro, all’interno delle fabbriche con la funzione di operai, siano di più gli uomini.
Viene quindi da chiedersi a chi giova, o meglio chi ha organizzato, questa campagna femminista e questa contrapposizione tra uomini e donne?
Non era meglio esaltare l’eroico ruolo delle donne in questo periodo, invece di puntare ancora volta alla contrapposizione tra uomo e donna?
Forse l’obiettivo è di continuare a metter in cattiva luce il genere maschile??? Perchè?
Ebbene questa situazione è la chiara dimostrazione che le pari opportunità devono prendere una nuova strada: quella a tutela dell’ex sesso forte.
Il nuovo sesso debole è quello maschile.
Gli uomini hanno livelli di istruzione sempre minori e quindi sono progressivamente sempre meno tutelati.
… certo qualche femminista “illuminata” arriverà a dire che gli uomini hanno livelli di istruzione più bassi perchè meno intelligenti e quindi sono una razza inferiore!!
ma questa è un altra storia.