Berceto Casa della Salute proteste per le lunghe attese e per i disservizi

Casa della Salute di Berceto proteste per le lunghe attese e i disservizi del Servizio Sanitario

Nel programma di incontri proposti dall’Amministrazione Comunale di Berceto, “Pensare Insieme”, fra i vari punti, spaziando dalle scuole al volontariato, dalle condizione delle strade ai trasporti, dall’isola pedonale ai centri sportivi, turismo e tanti altri, il primo è stato “Sulla casa della Salute e il Servizio di assistenza Sanitaria in generale.

L’iniziativa è volta per far crescere la comunità partendo da una semplice domanda. COME ANDIAMO ?

Dopo l’incontro di Giovedì 18 gennaio presso la Sala Consigliare del Comune sul questo primo tema “la casa della salute” e in generale sul Servizio Sanitario, la risposta potrebbe essere “ Non va bene”. Forse è meglio dire “Malissimo”.

Una dietro l’altra il poco pubblico presente, ma informatissimo sui problemi reali, ha elencato una lunga serie di inefficienza, dal forte squilibrio del numero di pazienti tra un dottore e l’altro, alle lunghe file di attesa per essere visitati, a quella “irreperibilità” per i medici di base che un tempo non esisteva, dettata dalla missione sociale e responsabilità verso gli altri che ogni medico dovrebbe avere, arrivando al menefreghismo degli addetti al lavori, medici e infermieri compreso.

Dall’ultimo cambiamenti dei medici per l’età pensionabile, le cose sembrano essere precipitate negativamente. Ora c’è anche chi se ne va altrove. A Fornovo.

Anche il Servizio informatico Sanitario Regionale sembra perdere qualche colpo, “coadiuvato” dalla privacy, capace di rendere inutili le preziose cartelle cliniche di ogni paziente.

La cittadinanza, e il primo cittadino Luigi Lucchi chiedono in sostanza la copertura totale del servizio di assistenza sanitaria, 24 ore su 24, sopratutto nella fascia oraria dalle 20 alle 22, e anche al mattino dalle sei alle otto, dove l’unica possibilità per chi sta male, per mancanza sia della guardia medica e del medico curante che non risponde al telefono oppure risponde “venga domani” o causa il vasto territorio di montagna “non conosco la strada”, è quella di essere costretti a far ricorso chiamando il 118. Per poi sentirsi dire in arrivo all’ospedale, frasi del tipo “cosa siete venuti a fare?”

Proteste solo verbali al momento, con un invito a metterle nero su bianco ed inviarle ai responsabili USL, per segnalare non solo le disfunzioni, ma anche i medici non all’altezza.

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