L’opinione. No alle PROVINCE, si alle Comunità (UNIONI?) di territori omogenei.

LA PROVINCIA NON HA MAI FATTO GLI INTERESSI DEL PARMENSE QUANTO AVREBBE DOVUTO

Di cosa parla questo articolo: 1) Le comunità montane facevano di più e costavo di meno 2) Unione valli Taro e Ceno meglio dei campanili sparsi 3) Come organizzarsi: l’unione fa la forza 4)Le fusioni il vero modo per far sparire i piccoli comuni 5)La Val Ceno meglio con la Val Taro, ma forte e capace di non farsi usare 6)Il futuro?No agli interessi di partito o di sedia, Si alla passione per il bene del territorio

Partendo dalla certezza che la riforma Del Rio con le città metropolitane è una porcata spaziale, similmente le vecchie province non tutelavano gli interessi dei territori marginali.

La provincia cerca di riciclarsi, oggi i suoi dipendenti sono passati da 500 a 150, ma in tanti vorrebbero tornasse il carrozzone di prima (sfruttando la scusa del referendum). A mio parere NON HA MAI FATTO GLI INTERESSI DEL PARMENSE  quanto avrebbe dovuto, men che meno quelli dei territori montani.  Non solo per colpa dei politici ma per il fatto che era fisicamente,  strutturalmente ma soprattutto
mentalmente lontana dai territorio montani e dai suoi problemi.

Ed oggi che i rappresentati politici dei territorio montani in provincia sono solo due ancor di più.

A mio parere  ha sempre fatto  prevalentemente gli interessi  di Parma città e zone limitrofe (quelle più ricche), perchè

  • la provincia  ha sede a Parma ,
  • la maggior parte dei (quasi  ex 500 dipendenti e dirigenti) dipendenti viveva a Parma, quindi si preoccupavano, o meglio vedevano prevalentemente i problemi della zona in cui vivevano.

Come possiamo pensare che si possano occupare dei problemi di Bore (che prendiamo ad esempio di tanti altri comuni montai) se, non solo non ci sono mai stati, ma non sanno nemmeno deve si trova!!!

LE COMUNITA’ MONTANE FACEVANO DI PIU’ COSTANDO MOLTO MENO

Le unione  potrebbero svolgere le funzione della provincia nei territori montani, con costi molto ridotti   dando risposte adeguate ai peculiari problemi  della montagna. La comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno (finchè c’era), con i suoi 14 dipendenti (a fronte dei 500 della provincia di Parma), nonostante se ne possa parlare anche male, ha fatto in proporzione molto di più per le valli del Taro e del Ceno di quanto ha fatto la provincia di Parma.

UNIONE VALLI TARO E CENO

Nel suo piccolo è quello che sta facendo l’unione.

Nonostante tutto, l’unione delle valli del Taro e del Ceno porta a casa preziose risorse. 456 mila euro in arrivo per i comuni che ne fanno parte per sistemare le strade. Anche per quelli che ne vorrebbero uscire!!!

Nonostante le varie critiche, nonostante gli attacchi, nonostante alcune amministrazioni dicano di volerne uscire, arrivano all’unione delle valli del Taro e del Ceno 456 mila euro destinati ESCLUSIVAMENTE AI COMUNI DELL’UNIONE!!!

In questo quadro di riorganizzazione ho sempre pensato che l’unione fosse l’unico modo per dare forza ai territorio di montagna.

Insomma questa unione non è poi così inutile!

Quando è stata costituita, in tanti l’ hanno criticata dicendo:

  • che sarebbe stato un modo per far scomparire i piccoli comuni a vantaggio dei più grandi,
  • che sarebbe stata un carrozzone,
  • che non avrebbe portato risorse al territorio
  •  che sarebbe stato un insuccesso.

Sicuramente per come è costituita, sino ad ora non sembra avere un grande futuro. Ma come possiamo notare qualche risultato lo ottiene. Proviamo a pensare se unisse tutti i comuni e fosse ben organizzata.

 

COME ORGANIZZARLE: L’UNIONE FA LA FORZA

In un mondo in cui diventa sempre più necessario avere le competenze giuste nei posti giusti. Per ottenere quei sacrosanti finanziamenti, per fare quelle sacrosante opere necessarie ai territorio montani, il piccolo comune da solo è assolutamente inefficace,  a meno che non abbia un Sindaco forte e capace di bussare a tutte le porte, un sindaco che deve sperare nella disunione degli altri comuni per avere per se tutte le risorse di un territorio più vasto.

L’unione dei comuni (se non gestita in ottica clientelare ma meritocratica) permetterebbe di avere tecnici preparati in ogni settore strategico. Oggi nei piccoli comuni ogni tecnico  si occupa di mille cose diverse, come possiamo pensare che possa preparare progetti o bandi ben fatti per ogni singolo settore di attività di cui si occupa?

La divisione in tanti piccoli comuni spinge la regione a non prendere in considerazione gli interessi di un singolo comune di mille abitanti sulle montagne parmensi, ma spesso il problema di questo comune è lo stesso degli altri comuni montani. Se si uniscono e lo portano insieme in regione, il problema DEVE essere risolto.

 

LE FUSIONI. IL VERO MODO PER FAR SPARIRE I PICCOLI COMUNI

 

Ora vanno di moda LE FUSIONI, ma le fusioni possono portare alla  reale scomparsa delle singole municipalità!!!!  Voi pensate (per fare un esempio) che la fusione dei comuni di Solignano, Valmozzola, Terenzo  e Berceto, possa prendere il nome di comune di Berceto. E se il nome Berceto scompare, cosa pensate possa accadere negli anni al paese Berceto?

A Bardi c’è un piccolo paese di 100 case, ma con un vasto territorio con tante case sparse, all’inizio del 1900,  si è fuso nel comune di Bardi. Qualcuno di voi sa dell’esistenza di Pione? questo è il nome di questo paese…. e l’oblio è stata la sua fine. La fusione ho paura che genererebbe tanti PIONE.  Per la cronaca a pione ora abitano 18 abitanti di tra  nessun bambino.

LA VAL CENO MEGLIO CON LA VAL TARO MA FORTE E CAPACE DI NON FARSI USARE

La scelta può essere quella di fondere paesi che hanno un territorio comune, come quelli della Val Ceno. Nonostante l’idea sia buona ed eviterebbe il depauperamento da parte della val Taro, tale fusione porterebbe a create un centro capoluogo e la perdita di importanza degli altri centri. Inoltre non avrebbe le dimensioni per incidere (a causa delle sue dimensioni demografiche) sulle politiche strategiche per il proprio territorio (strade, scuole, sanità, impiego, caccia, pesca, agricoltura ecc.). Preferisco comunque una Val Ceno fusa che quella attuale che sta morendo lentamente per mancanza di idee e di professionalità, centrata sulla tutela del campanile e sul evitare di unirsi con chi ha idee politiche diverse indipendentemente dagli interessi di TUTTA LA VALLE.

 

IL FUTURO?  NO AGLI INTERESSI DI PARTITO O DI SEDIA MA PASSIONE PER IL BENE DEI TERRITORI MONTANI

Quindi penso che la strada della Unione delle Valli del Taro e del Ceno sia l’unica strada percorribile, per il bene della nostra montagna. Una unione con una val Ceno capace di far valere i suoi diritti, con persone capaci di portare avanti gli interessi dei territori di montagna. Anche persone che attualmente non ne fanno parte potrebbero essere un grande valore aggiunto per questi territori come Lucchi, la Grenti  e tanti altri.

Io immagino una unione che abbia le funzioni della provincia ma che faccia davvero gli interessi delle nostre valli perchè ha sede nelle nostre valli e impiega persone che vivono nelle nostre valli.

Persone competenti, appassionate che amano il territorio in cui vivono.

Politici che hanno strategie di medio periodo, che pensano al bene dei territori delle valli del Ceno e del Taro e non agli interessi del partito o del loro singolo comune o campanile.

 

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