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Unione Comuni Taro&Ceno uniti nel Distretto Sanitario. Sul resto saranno due o tre unioni?

L’Unione dei Comuni dalle Valli Taro e Ceno si trova unita con tutti i sedici Comuni del Distretto Sanitario, votando all’unanimità l’Ente come capofila nella gestione dei servizi sanitari.

video seduta consiglio Unione

Sul resto rimane la divisione nella sua frammentarietà territoriale e politica. Però, la volontà è quella di uscire da questo lungo e snervante impasse, accelerando il processo di creazione di due o tre unioni possibili. Una della Val Ceno, Alta Valle e forse bassa valle.

Il Sindaco di Varsi Luigi Aramini rilancia l’Unione della Val Ceno e “stringe l’occhio” al Comune di Varano, con il forte intento di definire nuove regole  in fretta con la Regione, compreso i delicati contenziosi del piano successorio ancora non definiti tra i Comuni appartenenti all’ex. Comunità Montana.

Daniele Rossi Consigliere di minoranza di Terenzo denuncia il temporeggiare e la posizione poco chiara del suo Sindaco Bevilacqua in merito ai possibili scenari futuri delle possibili nuove Unioni o future fusioni. Unioni da creare non come un obiettivo ma solo come strumento per l’ottimizzazione dei servizi. Sottolinea pure la crescente contrarietà dei cittadini, stanchi di queste lungaggini istituzionali e della poca concretezza nel decidere le cose.

L’ultima seduta consigliare dell’anno è durata quaranta minuti in cui si è approvato il bilancio con il voto contro di Giuseppe Restiani Sindaco Varano Melegari e Orsi Corradi minoranza di Pellegrino, non in merito alle voci di bilancio ma contrari all’appartenenza all’attuale Unione.

E’ il bilancio dell’anno più critico, le cui entrate sono 4/5 derivanti da finanziamenti regionali. Tre le voci sostanziali di spesa: 642 mila euro per il personale, 146 mila di funzionamento e 258 mila euro per rimborso mutui e leasing immobiliari.

Un totale di milione di euro circa di spesa, coperto in 3/4 da trasferimenti della Regione per il riordino territoriale e le funzioni delegate, da entrate dirette come dalla gestione della centralina idroelettrica (100 mila euro), raccolta prodotti del sottobosco (60 mila euro) sanzioni forestali, (18.500 euro), introiti locazionei immobili (32.500 euro).

Le previsioni per i bilanci futuri sono la riduzione dei mutui, per non gravare sui singoli Comuni, e ulteriori contenimenti alla spesa, anche se oramai si è al limite.

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