Bore: si fa bella anche grazie al volontariato dei profughi!

L’estate è ormai alle porte e il paese di Bore sta iniziando a rimettersi a nuovo per la stagione estiva e vuol farsi trovar pronto per accogliere i numerosi turisti che durante l’estate affollano via Roma, il corso principale del paese.

Fiori, panorama ed aria buona questa è Bore
Fiori, panorama ed aria buona questa è Bore

Per prepararsi al meglio alla nuova stagione turistica l’amministrazione incarica la propria squadra di operai comunali della risistemazione del paese, ma quest’anno Bore ha potuto contare su un ulteriore aiuto.

I nuclei familiari di richiedenti asilo, ospitati dal Comune all’interno del programma Mare Nostrum, aiutano la squadra di operai comunali nel lavoro quotidiano sin dall’inizio dell’entrata nel progetto di accoglienza.

Il loro impegno riguarda solitamente la manutenzione routinaria delle vie del paese e delle aree limitrofe, come quella del cimitero, ma all’occasione prestano la loro collaborazione anche per lavori di manutenzione straordinaria.

I profughi accolti a Bore al lavoro per rendere il paese più accogliente
I profughi accolti a Bore al lavoro per rendere il paese più accogliente

A loro è stato infatti affidato il compito di decespugliare e ripulire il tratto erboso che costeggia l’inizio del corso principale del paese, dal cartello che segnala l’entrata nel paese in poi.

Tale lavoro è stato svolto con accuratezza e perizia dai due ragazzi, i quali collaborano giorno dopo giorno al mantenimento ed alla cura del luogo che li sta accogliendo e ospitando da alcuni mesi.

Tali attività rappresentano per richiedenti asilo e rifugiati anche un’opportunità di formazione e di apprendimento di nuove tipologie competenze, spendibili poi nel mercato del lavoro, anche nel contesto della nostro Appennino.

Pulizia ed ordine grazie anche i profughi
Pulizia ed ordine grazie anche i profughi

Esperienze di questo genere cristallizzano il vero significato del concetto di integrazione e di partecipazione: la collaborazione fattiva per mantenere la cura e la bellezza di una comunità è infatti sentire quella stessa comunità, fino a poco tempo fa straniera e sconosciuta come la propria.

Serena Boselli.

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