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Unione Comuni contestate modifiche statutarie

Dopo quattro serrate sedute sono state approvate le modifiche allo statuto dell’Unione, e dar così la possibilità di entrare ai Comuni che ne vogliono liberamente farne parte. Come Bedonia, e sarà il primo a beneficiarne. Ma la regola per uscire, ritenuta antidemocratica dal Sindaco di Varano, rimane sempre la stessa. Ossia, occorre aspettare ben cinque anni.

Video seduta                                                    TG Video Taro del 16-4-2016

Questa Unione nata dalle ceneri dell’ex Comunità Montana, è fortemente divisa tra chi la vuole, in sostanza il Centro Sinistra e gli altri che la ritengono il solito carrozzone pubblico.

Una situazione di forte instabilità politica con Comuni indecisi tra possibili Unione o di Fusioni quasi improponibili per via degli accesi campanilismi. Di certo è che voler uscire dall’Unione è diventata anche un’arma di propaganda elettorale vincente, basta guardare i cambiamenti di giunta a Terenzo e a Varano De Melegari.

                                                                 

Un Ente l’Unione, prigioniero di vecchi schemi e condizionamenti, a metà dal suo obiettivo. Quello di comprendere tutti e sedici di Comuni del distretto Socio Sanitario delle Valli del Taro e del Ceno, da Medesano fino a Tornolo. Un traguardo, questo, che oggi giorno sembrerebbe allontanarsi sempre più.

La seduta di mercoledì ha visto lo scontro tra Daniele Rossi Consigliere di minoranza di Terenzo e Giuseppe Restiani Sindaco di Varano. Il punto in discussione è quello se conviene allargare l’Unione per lavorare sempre più in rete o rimanere in loco, ad operare solo sul proprio territorio. La scelta in definitiva sarà sempre quella di garantire la miglior qualità dei servizi ai cittadini al minor costo possibile.

Su iniziativa di Filippo Antoniazzi della minoranza di Varsi nel prossimo Consiglio sarà messa in discussione l’elezione del Presidente dell’Unione, oramai vacante da troppo mesi. Sentiamo dopo questa approvazione il Vice Presidente Maria Cristina Cardinali.

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