Vosina: alla scoperta del paese fantasma

In Italia ci sono più di 6000 paesi fantasma, spalmati su tutta la nostra penisola e spesso circondati dalla magia del silenzio, della natura che si fa strada tra gli edifici abbandonati e la rabbia e la desolazione dell’abbandono di storie e tesori.

L’escursione che vi raccontiamo oggi è proprio in uno di questi paesi che vede la sua meta: stiamo parlando di Vosina, una frazione del comune di Bardi, un borgo ormai abbandonato in cui la natura sta riprendendo possesso degli spazi che le erano stati tolti.

Dopo aver passato il borgo di Bardi si prosegue in auto fino ad arrivare a Santa Giustina, attraversandola si raggiunge una piccola chiesa ristrutturata dove è possibile lasciare l’auto.

Da questo momento si prosegue a piedi: scendiamo verso il corso d’acqua che attraversiamo grazie ad un piccolo ponte in cemento, poi ci incamminiamo sul sentiero facilmente percorribile poiché largo e quasi completamente pianeggiante.

Dopo soli venti minuti iniziamo a vedere i primi resti e, sulla destra, ci accoglie una piccola cappella.

La strada inizia a salire e ci rendiamo conto di essere entrati in quello che un tempo è stato luogo di vite, di storie e di famiglie che abitavano queste case.

A vedere questi edifici ci si chiede quale può essere stato il motivo che ha spinto gli abitanti di Vosina a lasciare la loro casa e, come spesso accade, anche per questo borgo esiste una leggenda per spiegare l’abbandono.

È proprio dal nome, Vosina, che dobbiamo partire, sembra infatti derivi da “vocine” che spaventavano gli abitanti del villaggio costringendoli ad andarsene. Queste voci sembrerebbero appartenere alle anime di un gruppo di soldati russi che rimase ucciso in uno scontro a fuoco con i partigiani durante la guerra e i cui corpi vennero sepolti in un cimitero lì vicino mai stato trovato.

Nonostante sia spesso molto più intrigante il racconto leggendario su luoghi, cose e persone, la realtà sul villaggio appena visitato è probabilmente molto simile a quella di altri paesi fantasma: Il borgo ha iniziato a spopolarsi nel secondo dopo guerra, periodo in cui si lasciava i piccoli paesi alla ricerca di maggiori opportunità e comodità in luoghi con migliori collegamenti verso le città.

Dopo circa vent’anni dall’inizio dell’esodo, Vosina si trovò, infatti, disabitata e con la sola natura come inquilina per le sue case.

Facendoci strada tra la vegetazione che ha ormai preso il controllo del posto, cerchiamo di visitare alcune di queste case con la speranza di recuperare storie e magari anche emozioni di chi un tempo le abitava; ma non abbiamo molto successo.

Ci rendiamo conto poi, sulla via del ritorno, che Vosina, come ogni paese fantasma, è un posto dove il tempo si è fermato; un luogo dove le storie delle persone che hanno vissuto in quelle case sono rimaste impresse sui muri di pietra, nascoste e protette dagli alberi e dal muschio da cui sono avvolte.

L’abbandono appiattisce i destini di questi borghi, li rende simili, malinconici e desolati ma se si guarda bene, se si visitano questi posti, se ci si ferma a pensarli e poi a raccontarli, è possibile ridare loro un po’ della vita che hanno perso negli anni.

 

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