La situazione delle terapie intensive nel parmense: Siamo davvero in “dittatura”?

Sempre più spesso si vedono in giro volantini e proclami di gente che ritiene di trovarsi in una “dittatura”, in cui lo Stato esacerba il problema sanitario allo scopo di attuare uno stretto controllo sulla popolazione. Ma è davvero così?

Siamo andati a parlare con fonti attendibili all’interno di ospedali del parmense, le quali ci hanno confermato che i casi di terapie intensive sono in aumento, al punto che sono stati ridotti gli interventi programmai anche per i pazienti oncologici. Se gli accessi in rianimazione dovessero aumentare ancora, si sta pensando persino di bloccarli.

Ad oggi i posti di rianimazione Covid disponibili sono 24, di cui 20 già occupati. In soccorso ai medici di terapia intensiva del Maggiore sono arrivati dottori anche da Fidenza.

Molta nuova gente è stata assunta nel settore sanitario, ma diventa difficile farlo sapendo che la situazione grave si concentra in particolari mesi all’anno, senza contare che una volta fuori dall’emergenza si dovrà decidere cosa fare con tale personale in esubero: ridimensionarlo o riposizionarlo.

I casi gravi sono tutte persone, sia sopra che sotto i 60 anni, non vaccinate o che non hanno effettuato il più recente richiamo. Un solo caso grave aveva completato il ciclo vaccinale, a fronte però di importanti patologie pregresse e un’età di quasi 80 anni.

In base ai dati, sembra insomma che la situazione sia in effetti ancora oggi piuttosto grave, seppur meno del 2020.

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