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La lettera del Vescovo di Parma agli operatori sanitari.

Da sempre, e in forma eminente da quando è emersa e scoppiata l’emergenza Coronavirus, la stima e la gratitudine per il personale sanitario in me è stata grande, ed ora è grandissima.

Il servizio che fate è fondamentale per la salute della persona, per la speranza delle famiglie, per il bene della città e della nazione e desta fiducia e speranza in un contesto che si fa sempre più difficile.

Grazie di cuore e, dal profondo del cuore, da parte del Vescovo e della Chiesa di Parma.

La cura che voi offrite, professionalmente alta ed ora in situazioni difficilissime, unita anche da una prossimità che potremmo definire familiare, è data alla persona nella pienezza del suo essere e voi testimoniate l’evidenza, per gli ammalati ed anche per voi, che le motivazioni, la forza interiore, la voglia di reagire sono alleate fondamentali per la guarigione. Qui si colloca anche la Fede vissuta nelle varietà delle esistenze di ammalati e operatori sanitari: essa innerva la persona, dà ragioni di vita, sostiene nel dolore e accompagna verso la morte, nella certezza che nulla di quanto fatto di bene andrà perduto. È patrimonio di molti pazienti che ora vivono da soli la dura prova del ricovero ospedaliero, senza avere la vicinanza delle persone care o di un sacerdote che possa offrire loro il conforto della fede, invocato, penso, anche da tanti di voi, carissimi operatori sanitari, forse pure con riscoperte, domande, appelli.

Per questo vi chiedo e vi propongo un passaggio particolare nella vostra missione sanitaria: portare anche una vicinanza di fede, accostandovi alle persone che ritenete lo gradiscano, porgere loro la possibilità di avere un segno religioso ( una preghiera, un piccolo oggetto…) che sia di conforto e li aiuti anche a invocare la grazia del perdono e della comunione con il Signore e, se ce ne sarà data la possibilità, anche il perdono dei peccati attraverso l’Assoluzione generale senza la confessione auricolare. Ho preparato per questo una semplice preghiera da dare agli ammalati e, se possibile, da leggere insieme e altro materiale.

Questo è possibile anche per voi operatori sanitari: a tal fine ho approntato una preghiera pensando e pregando per voi.

Come forse già state facendo, vi chiedo di essere vicininel momento della morte, se vorrete, anche con una semplice preghiera e tracciando, a nome del Signore e della Chiesa, sul morente il segno della benedizione, della croce. È un gesto di invocazione che si può fare sempre, ma ora è molto urgente per l’impossibilità dei cappellani ad essere presenti, se non per particolarissime eccezioni. È preghiera di affidamento e di conforto, ed anche sollievo per le famiglie che sanno che il loro caro è stato accompagnato anche in questo modo, compiendo il passo nella vita eterna con un segno di fede nella quale è vissuto.

Tale servizio di fede e di consolazione vorrei che non pesasse sul vostro grande impegno.Spero possa esservi anche di aiuto, perché rimane sempre qualcosa per noi quando ci si avvicina al Signore per e con gli altri. È fatto nella condivisione con la Direzione Generale, che vi riconosce un gesto di vicinanza umana; è rivolto alle persone che lo chiedono o che voi ritenete possanoaccoglierlo e gradirlo; è compiuto da chi se la sente e avverte che è in linea con la propria fede – comunque sia vissuta – o anche come offerta di un “qualcosa di gradito” da parte dell’operatore sanitario al paziente.

Carissimi, alla gratitudine che vi manifesto ancora, aggiungo che siete nelle mie preghiere quotidiane e nel sacrificio Eucaristico che ogni giorno offro anche per voi.La Madre del Signore, che ha assistito il Figlio fino alla fine sotto la croce, vi accompagna e dice anche a voi le parole che disse a Cana: “Qualunque cosa vi dice, fatela”, perché è per il bene di chi voi assistete ed anche per l vostro.

Dio vi benedica.

Enrico Solmi

Parma 25 marzo 2020 Annunciazione del Signore a Maria

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