VENTURI. Grazie all’impegno di tutti (a restare a casa) il nemico da segnali di cedimento. Inizia il CONTRATTACCO!

Ho usato proprio la parola contrattacco il commissario regionale dell’Emilia-Romagna all’emergenza coronavirus Venturi, nella conferenza stampa di venerdì 27 marzo.

 Proprio come fossimo in guerra  ed quello che sta accadendo, sembra peggio di una guerra. Alcuni anziani mi hanno fatto notare che durante la guerra i bambini uscivano a giocare tra un bombardamento e l’altro, oggi nemmeno questo.

Visti i primi ed importanti segnali di rallentamento, come avevamo indicato in un nostro articolo di alcuni giorni fa; si inizia a passare dalla gestione di una fase emergenziale (con una ritirata strategica), in cui i tamponi, essendo scarsi, venivano centellinati e destinati ai casi più significativi (le poche munizioni date solo ai militari che difendevano la ritirata), al contrattacco.  

Ora che si inizia a vedere un calo della forza del  contagio,  ma soprattutto grazie: ad una riorganizzazione delle retrovie, all’arrivo di rifornimenti e nuovi soldati da mandare al fronte;  si inizieranno a fare tamponi anche a persone diverse dalle situazioni di emergenza.

Il dubbio espresso da tanti ricercatori sul numero dei reali contagiati in Italia, si pensa non siano 80 mila ma dai 400 mila al 1.5 milioni di abitanti, rende necessario questo contrattacco.

Il contrattacco avverrà su due fronti : i focolai e gli operatori sanitari.

I FOCOLAI

I militari (medici ed infermieri)  inizieranno ad uscire dai loro fortini e tricee (ospedali) ed inizieranno a respingere il nemico dove infuriano le battaglie: nei paesi con le infezioni più significative combattendo casa per casa. Partendo da Medicina il paese del bolognese, l’unica zona rossa d’Emilia Romagna.

Nel paese zona rossa sono stati fatti molti tamponi e visite sul campo. L’idea è di curarli il più possibile a casa loro (combattere la battaglia in prima linea e non dalle trincee). Tra tutte le persone visitate, solo due  sono state messe in terapia domiciliare. Queste persone verranno curate a casa ed andranno in ospedale solo per accertamenti,. Si continueranno a visitare gli altri abitanti. L’idea è creare un modello di intervento da applicare anche in altri territori ( su altri campi di battaglia)

 

GLI OPERATORI SANITARI

 L’altra azione di contrattacco avverrà sul fronte degli operatori sanitari. La preoccupazione è che tra coloro   che hanno avuto l’infezione o la hanno ancora con sintomi lievi e/o nulli  vi siano anche operatori sanitari, ha fatto essere pensare necessaria una valutazione a tappeto per tutti. Per evitare che anche loro, inconsapevolmente, diventino fonte di contagio.

Su questo fronte si procederà in due step. Il primo attraverso un analisi sierologica a tappeto (verifica della presenza degli anticorpi). L’analisi sierologica non è il tampone. Il tampone permette di capire se una persona ha il virus ed contagiosa. L’analisi sierologica permette di capire chi ha avuto il virus e magari ha  il tampone è negativo.

Una volta individuato chi ha avuto il corona virus,  su di essi verrà effettuato il tampone per capire se sono contagiosi o no,  e poter così metterli in quarantena

IN SINTESI

La fase di contrattacco prevede il passaggio dalla gestione dell’emergenza al  prevenire la diffusione di nuovi contagi.

Ovviamente tutto questo sarebbe inutile se smettessimo di state a casa, perchè si tornerebbe ad una fase di emergenza. L’azione di contrattacco più potente la stiamo combattendo noi.

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