Durante l’ultima assemblea dei soci di Montagna 2000 Spa tenutasi il 5 settembre 2019 è stato deliberato, dopo un iter di analisi e verifica durato oltre due anni ed all’unanimità dei presenti, il progetto per la nuova sede della società in house che serve i territori delle valli del Taro e del Ceno.
La necessità di una nuova sede è conclamata per l’inadeguatezza delle attuali localizzazioni in termini strettamente operativi (spazi di lavoro e microclima), di tutela del patrimonio aziendale (ricovero mezzi ed attrezzature), di riduzione dei costi (magazzino ed acquisti all’ingrosso).
La sede attuale della società presenta numerose criticità infrastrutturali ed operative che limitano l’operatività quotidiana del personale e la fruizione da parte degli utenti, soprattutto anziani e portatori di handicap.
Una nuova sede consentirà alla società di consolidarsi sul territorio sotto il profilo occupazionale e delle attività anche nell’ottica della scadenza della concessione prevista per il 30 giugno 2025 e che potrebbe rivelarsi, se non adeguatamente gestita, un duro colpo per l’occupazione sul territorio e la fruibilità dei servizi per le maggiori dimensioni eventuali di un player su scala provinciale.
La nuova sede è stata individuata presso la ex Ceramica Borgotaro Srl a Borgo Val di Taro e potrà essere oggetto, verificati i requisiti, di un bando regionale per la ristrutturazione di parte del fabbricato che finanzierebbe a fondo perduto il 40,0 % delle opere necessarie.
È un’operazione che si ritiene abbia rilievo ambientale, sociale, economico e patrimoniale importante per Montagna 2000 S.p.A. che iscriverebbe a bilancio un importante asset e la rafforzerebbe anche nel rapporto con gli istituti di credito. I benefici di una nuova sede sarebbero vari tra cui la riduzione dei costi legati agli acquisti, la possibilità di installare fonti energetiche rinnovabili con il conseguente abbassamento delle spese energetiche ed una riduzione dei costi indotti per quanto riguarda l’organizzazione del servizio e del lavoro.
La società ha rinunciato, già nel 2019 (e prima dell’approvazione del progetto) all’incremento sulla bolletta deliberato dall’autorità nazionale che avrebbe visto le tariffe aumentare del 5,5%.
L’unico incremento applicato in bolletta è stato quello obbligatorio per legge sul recupero dell’inflazione programmata per non incorrere in un potenziale danno erariale.
Infine la società ribadisce con determinazione che gli investimenti previsti dal POI, piano operativo degli investimenti, riconducibili a circa 1 milione e 200 mila euro all’anno su tutto il territorio, non saranno in alcun modo intaccati e saranno portati a compimento come programmato perché, come più volte scritto, le Autorità di regolazione non lo consentirebbero.
A questi vanno aggiunti gli acquisti che la società opera sul territorio in termini di lavori e servizi e che producono, insieme agli stipendi dei/delle dipendenti, un indotto positivo per tutto il territorio. “Duole registrare” ‐ afferma il direttore generale Emilio Guidetti – “come la speculazione politica sia stata più veloce della verità e che frasi come “corrotti” e “fanno schifo” siano attribuiti alle persone, colleghi e colleghe, che la società l’hanno salvata e con essa molte imprese del territorio che sarebbero altrimenti
fallite e che potrebbero essere interpellate per chiedere se sia meglio adesso o prima”.