Agrivillaggio Caselle il NoGrazie di Fornovo Insieme
Il gruppo Consigliare Di minoranza Fornovo Insieme esprime un giudizio sostanzialmente negativo sul progetto Agrivillaggio delle Caselle proposto dalla Giunta del Sindaco Grenti.
Le motivazione del “NoGrazie”
“L’agrivillaggio non è altro che un centro abitato costruito all’interno di una azienda agricola, con abitazioni a basso impatto ambientale (almeno nelle intenzioni) abitate da persone che non lavorano nell’azienda ma che sono inserite nell’azienda agricola stessa per l’approvigionamento di cibo e per le questioni legate alle fonti energetiche alternative quali l’autoproduzione di energia elettrica e biogas e la trasformazione dei rifiuti organici in fertilizzanti.
Va anche sottolineato, perché non secondario, che l’abitante dell’agrivillaggio “si muove a piedi ed in bicicletta, al massimo con auto elettrica” proprio perché l’agrivillaggio si trova nella prima periferia della città e può usufruire del trasporto pubblico.
Rispetto a questo modello , la situazione delle C aselle è molto diversa. In primo luogo, non siamo vicini alla città, ovviamente, ma neppure vicinissimi al centro di Fornovo di Taro, perché i due chilometri che separano Fornovo dalle Caselle sono tutti in
salita e la strada, di piccole dimensioni, non è neppure munita di marciapiedi, per cui l’idea di raggiungere a piedi o in bicicletta i mezzi pubblici di trasporto è da scartare.
In secondo luogo, quei terreni non fanno parte di un’unica azienda agricola-agrituristica che possa gestire l’agrivillaggio stesso in tutti i suoi aspetti quali ad esempio i punti vendita e le strutture d’uso comune (la lavanderia, la cucina comune in cui cuocere marmellate e conserve e altre strutture); al contrario troviamo tanti proprietari e a quanto ci risulta nessuno ha le caratteristiche di coltivatore a titolo principale.
1- In merito alle linee di principio che ispirano il progetto dell’Agrivillaggio non possiamo che condividere l’esigenza di modelli di vita ecosostenibili e meno impattanti per il Pianeta; tuttavia, riteniamo che il modello denominato “Agrivillaggio” non sia il più adatto a dare risposte in tal senso.
In dettaglio: Riteniamo che l’utilità della componente “villaggio” nei confronti della componente “azienda agricola” sia estremamente debole. Infatti, se si esclude l’impegno dei residenti all’acquisto dei prodotti dell’azienda agricola, sfuggono i benefici che l’azienda trarrebbe dalla presenza di abitazioni estranee alla conduzione dell’azienda stessa. Quanto alla vendita a km 0, l’azienda può effettuarla indipendentemente dalla presenza dell’agrivillaggio (vedasi l’esperienza di Viazzano).
– E’ inopinabile il fatto che il nuovo quartiere all’interno dell’azienda agricola vada a sottrarre suolo alla stessa. Infatti, è ormai assodato che la parte residenziale debba essere considerata una vera e propria lottizzazione con strade e dotazioni come da normativa.
– Il modello di casa ecosostenibile e ad impatto zero o quasi zero è ormai un modello imposto dagli accordi internazionali sul clima e dalle leggi nazionali e regionali di recepimento e quindi ogni abitazione di nuova costruzione avrà i suddetti requisiti; inoltre, è illusorio pensare di realizzare case a basso costo e ad alta efficienza e il prezzo di vendita ipotizzato nello stesso studio di fattibilità lo dimostra: il prezzo unitario ipotizzato non è mai stato raggiunto nell’intero territorio comunale.
2- Uno dei principi fondanti dell’agrivillaggio è la drastica riduzione dei mezzi di trasporto privati convenzionali (automobili) a favore dell’utilizzo di mezzi di trasporto pubblico o di servizi di bike sharing. In aziende agricole situate in zona pianeggiante e alla periferia di centri urbani densamente popolati (es. Vicofertile), oltretutto già servite da linee di trasporto pubblico a breve distanza, questo progetto è attuabile, ma nel contesto della località Le Caselle sarà molto più difficile, se non impossibile, arrivare al risultato auspicato.