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UNICO VOTO CONTRARIO IN PROVINCIA: ASSEMBLEA DEI SINDACI PER BILANCIO

PROVINCIA DI  PARMA  BILANCIO 2017

 

Vorrei anche quest’anno presentare il mio ringraziamento ai dipendenti per i  documenti molto chiari e professionali elaborati, per il rispetto di tutti i vincoli (assurdi) previsti dalla legge e per la prudenza contabile adottata.

 

Proprio queste diligenti modalità mettono in trasparenza fatti contabili semplici ma nello stesso tempo paradossali, derivanti dalla contro-riforma delle province.

 

Vorrei incentrarmi su alcuni, cominciando dai Tributi provinciali, che chiamo TRIBUTI FANTASMA, perché SCONOSCIUTI AI CITTADINI COME Più VOLTE HO SEGNALATO.

 

Solo sull’auto, tra tributi sulle assicurazioni e trascrizioni al PRA,  vengono iscritti oltre 31 milioni di €uro,  con un aumento costante,  dal 2013 in avanti, dell’Imposta di trascrizione e un certo ridimensionamento per lo stesso periodo dell’Imposta sulle assicurazioni, dovuto a mio parere sul fatto che ormai l’offerta assicurativa su Internet ha calmierato i flussi.

 

Ciò non toglie che sul complesso delle entrate tributarie (34,915 MILIONI) questo pacchetto “fantasma” copre il 90% e sulle entrate finali (71,268 MILIONI)  il 44%.%. come esposto nella tabella di Ragioneria.

Le aliquote applicate continuano ad essere le massime consentite, malgrado la progressiva agonia istituzionale.

 

ANNI Imposta trascrizione veicoli al PRA Imposta sulle assicurazioni contro RC
2013 11.842.944,41 20.950.123,07
2014 11.885.399,55 19.232.811,66
2015 13.269.757,61 18.209.465,61
2016 14.321.035,29 17.291.127,80
2017 prev. 14.400.000,00 17.000.000,00

 

Un Bilancio quindi che continua a reggersi esclusivamente su questa risorsa, malgrado la Risorse umane in fuga verso altri enti creino minore spesa, l’impoverimento degli interventi ancora obbligatori siano all’osso e la dismissione importante di partecipazioni corrisponda ad un declino anche politico.

 

Non voglio esagerare, parlando dell’immagine esterna  e del peso di questo ente che non hanno eguali su tutto il territorio emiliano-romagnolo, laddove altre province hanno ancora lo stimolo ad esistere e a fare “qualcosa” . Basta chiedere ai parmigiani e parmensi se conoscono l’attività di questo ente e ne ricaveremo un quadro desolante.

 

Ma rimando la riflessione politica a fra poco.

 

 

Se, guardando i volumi di spesa, si tolgono gli Investimenti per 30 milioni, abbiamo spese finali per 46 milioni utili a coprire servizi e  funzioni obbligatorie, un bilancino 10 volte quello di Berceto, per garantire servizi all’intero territorio provinciale E ai suoi 448.000 abitanti.

 

Ma invito tutti a leggere la pagina 9 della relazione tecnica ben descritta e sintetizzata, e a trarre qualche conclusione obiettiva, oggettiva e onesta sulla riforma Del Rio (o Delirio che dir si voglia):

 

qualche punto dalla relazione:

 

IL FONDO DI RIEQUILIBRIO DA RISORSA A FINANZIAMENTO ALLO STATO

Il Fondo Sperimentale di Riequilibrio, a seguito delle misure imposte dal D.L. 95/2012 si è tramutato da un fondo che lo Stato trasferiva alle Province, anche in base alla popolazione residente e all’estensione territoriale, in un trasferimento allo Stato che con D.M. 14.03.2017 per il corrente esercizio è stato previsto in €. 1.611.864,74;

 

INCREMENTO DEL CONTRIBUTO ALLO STATO

 

Il taglio inferto dalla L.190/2014 (c.418 art. 1), la quale prevede, nel triennio 2015/2017 tre gradini di incremento del contributo allo Stato da parte delle Province, delle Regioni a Statuto ordinario e delle Città Metropolitane, aggiungendo al sistema già provato di enti territoriali, 900 milioni l’anno di sacrificio e che, per il 2017, per la Provincia di Parma, è determinato in tab. 1 del D.L. 50/2017 in complessivi €. 22.210.180,82;

L’ulteriore somma richiesta al comparto delle Province, a titolo di contributo alla finanza pubblica, dall’art. 1, c. 150bis della L. 56/2014, è pari per l’anno 2017 per la Provincia di Parma a € 738.558,72;

 

Pur in presenza di qualche mitigazione i dati sono inimagginabii per un cittadino normale a anche,  penso, per molti dei presenti in questo consesso

 

La Ragioneria fornisce questa sintesi nei rapporti di Dare/avere con lo Stato dove emerge un saldo negativo di oltr 16,629 milioni.

 

 

 

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E l’Avanzo di Amministrazione???

 

Dicono i ragionieri, ricorrendo ad un tesoretto positivo dei conti 2016:

 

Al bilancio di previsione 2017 è stato applicato l’importo di € 4.851.097,76:

 

La quota di avanzo disponibile di € 3.220.000,00, nonché la quota di avanzo destinato  pari ad € 64.072,55, sono state applicate alle spese correnti ai fini del  mantenimento degli equilibri finanziari. L’equilibrio di questo Bilancio viene quindi confermato grazie all’utilizzo delle economie di esercizio, non avendola Provincia  neppure la libertà di destinare qualche risorsa ad interventi  a favore dei comuni, ad esempio nel trasporto locale di montagna.

 

Leggere i numeri esposti provoca una ferita e una frustrazione enormi, per cui preferisco spostare il mio ragionamento sugli aspetti politici  e sulle linee strategiche di questo Ente.

 

 

 

 

Atteggiamento istituzionale dei vertici

 

La Provincia, nel lungo periodo di campagna elettorale in attesa dell’esito del referendum istituzionale, è vissuta in una sorta di limbo e stallo, nella presunzione dei vertici che “giuravano” su un esito favorevole al SI. Pensavano che con questo esito l’agonia sarebbe finita e le province definitivamente scomparse. E quindi si è giocato su questo alibi per accelerare  l’opera di smantellamento.

 

Dopo l’esito referendario popolare, si è passati allo sgomento correlato al doversi riappropriare di responsabilità.

 

Ma in nessuno dei due periodi si è sentita la voce di questi vertici, si è solo acconsentito ad una diaspora inesorabile di risorse umane e intellettuali senza fare nulla per affrontare i propri ruoli, a prescindere dell’appartenenza politica di vicinanza al Governo che tutto questo ha voluto. E trovo questo atteggiamento molto grave, perché tutto il territorio ne ha risentito.

Vedo che nel DUP viene detto invece che la Provincia deve recuperare oltre 2 milioni dai Comuni parmensi, e si crea un obiettivo addirittura descritto come:

 

Monitoraggio e velocizzazione riscossioni – superamento situazione di squilibrio

finanziario con enti locali territoriali.

ma stanno così bene i Comuni parmensi da potere ristorare la Provincia eventualmente senza problemi? Insomma in questo percorso è la Provincia che ha bisogno di rientrare nei crediti verso enti territoriali di dimensioni minori e limitate rispetto al vecchio ruolo di sostegno ai medesimi, con un altro effetto paradossale mai registrato in anni ante 2014.

 

La programmazione del Bilancio e del  DUP

 

Ma guardiamo come vengono programmate le povere risorse provinciali:

 

Dalla relazione: “Analizzando la spesa corrente per missioni e programmi emerge che gli importi più consistenti sono previsti per:

Con riferimento alla missione 1 l’importo di € 30.311.453,27 comprende il trasferimento lordo allo Stato per € 21.357.792,34, che al netto delle assegnazioni contenute dal DL 50/2017 contabilizzate tra le entrate, è pari a € 16.629.826,29.”

 

L’istruzione e il diritto allo studio presentano una previsione ridicola sia nel 2017 che nel DUP, dove niente viene indicato per il futuro. Futuro come parola inutile di cui sentiamo parlare ogni giorno da chi ci governa, ma che resta solo una parola vuota per i giovani italiani.

 

Mi chiedo quale siano quindi le scelte prioritarie dei vertici:

 

  1. Istruzione non mi pare, visto quanto è esposto più sopra – e non sono certo sufficienti 8 milioni previsti negli Investimenti per mettere in sicurezza tutti i plessi scolastici di proprietà
  2. Interesse per i trasporti non mi pare, visto come è stato gestito l’iter di affidamento del Trasporto pubblico locale
  3. Sviluppo economico non mi pare visto atteggiamento nei confronti della partecipazione a Fiere e altri organismi del settore

 

VEDI ELENCO INVESTIMENTI A PAGINA 18 DELLA RELAZIONE TECNICA

 

  1. Attenzione alle risorse umane alla crescita professionale? Rispetto della persona??

 

Questo è un aspetto davvero emblematico.

 

Leggo che le persone che per anni erano state considerate esempio di buona professionalità sono diventate numeri:

La spesa per personale si è ridotta a € 7.891.437,78 con un calo dell’11% rispetto all’impegnato dell’anno 2016. Al 30/05/2017 la Provincia di Parma conta su  203 unità in servizio, di cui un segretario generale, 3 dirigenti e 162 dipendenti. “Rimane da definire la situazione di n. 38 unità di personale dei Centri per l’impiego in attesa di transitare presso la nuova Agenzia regionale e per le quali la Regione ha previsto il rimborso della spesa”.

 

Il fenomeno migratorio verso altri enti non ha avuto una programmazione logica e strategica, ma si è evoluto secondo le situazioni personali, i desideri legittimi di fuga di persone frustrate, e in alcuni casi famosi uno stimolo dell’ente alla fuga. Non parliamo poi delle competenze o quantomeno dell’analisi delle competenze traslocate, che non pare abbiano preoccupato  i vertici. E allora tutte le parole  che ogni giorno ci vengono propinate e rappresentate nella riforma Madia della Pubblica Amministrazione (competenza, merito, responsabilità), risultano irrilevanti in questo contesto.

 

La situazione dirigenziale è quantomeno squilibrata, come detto anche dal Nucleo di Valutazione attività dirigenziale che ha evidenziato uno squilibrio nella distribuzione del lavoro contenuto negli incarichi dirigenziali.

 

La Provincia di Parma ha infatti solo 3 dirigenti  di cui uno è in comando presso altro Ente, la Segretaria per altro a mezzadria con il Comune, ha la finalità di rivedere gli attuali incarichi dirigenziali al fine di raggiungere un equilibrio tra le responsabilità assegnate e di prevenire potenziali situazioni di malfunzionamento. Malfunzionamento quindi quasi dichiarato.

 

  1. Il DUP

 

Il principale documento di programmazione pluriennale è  ( o dovrebbe essere) appunto il DUP. Non mi soffermo sui dati statistici che meriterebbero analisi approfondita, perché quello che balza all’occhio è il pesantissimo calo demografico dei comuni di montagna, a riprova che nulla viene fatto a sostegno economico dei luoghi provocando fughe e scarsa natalità , ma il discorso meriterebbe maggiore analisi.

 

Vorrei invece citare alcuni altri elementi:

 

 

Ebbene su questo fronte non una parola sulle strategie nei confronti dei Trasporti , nessun richiamo alla gestione delle procedure di gara attuate o del presidio di correttezza procedurale,  amministrativa e operativa  del passaggio di gestione che dovrebbe guidare l’ente proprietario ancora al 50%.

Eppure tra le funzioni fondamentali emerge  la pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale.

E così via se si osservano missioni e obiettivi dirigenziali.

 

E su questo finisco, anche se molto ci sarebbe ancora da dire, ma vorrei concludere ribadendo il mio giudizio molto negativo sulla riforma Del Rio come emerge da ogni punto che si guarda e si esamina. Vorrei anche invitare i vertici di questo ente a riflettere     sulle proprie responsabilità avendo espresso in questi anni una maggioranza analoga a quella governativa, assecondando scelte e strategie quantomeno spregiudicate nei confronti delle Province, ipotizzando un governo di Area vasta per ora invisibile.

 

Infine vorrei esprimere un mio personale e sincero sentimento di tristezza nel vedere il decadimento così veloce di una istituzione considerata un tempo un modello per il territorio e i suoi amministratori.

 

 

 

 

 

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